CIVITA CASTELLANA - «L’ospedale di Civita Castellana verso la chiusura? Sembrebbe di sì. Senza aver mai la presenza in loco di un direttore sanitario titolato e nelle mani di un medico cardiologo l’ospedale continua a perdere pezzi. Nel silenzio della politica e della massima autorità sanitaria cittadina, continua lo smantellamento dell’ospedale e in medicina restano solo tre medici a garantire la turnazione sulle 24 ore senza garanzia di riposo e delle pause previste tra una turnazione e l’altra (di norma per fare turnazioni sulle 24 ore bisognerebbe avere la presenza minima di 5 unità)». A dirlo è Filippo Mario Perazzoni, segretario nazionale Cisas e responsabile Ansap. «Prima conseguenza di questa carenza di medici - spiega Perazzoni - è la sospensione del turno di notte in medicina, di conseguenza i ricoveri saranno procrastinati alla mattina successiva e i pazienti trascorreranno la notte sulle barelle al pronto soccorso, creando ulteriori grossi problemi anche a questo reparto dove sono presenti, in turno, solo due infermieri. Una unità, sulle 24 ore, effettua funzioni di triage (lo scopo del triage è di gestire la presa in carico di tutte le persone che accedono al pronto soccorso, con particolare attenzione a quelle in condizioni di criticità, valutandone i dati ed i segni clinici che contraddistinguono situazioni di rischio, complicanze e/o effetti indesiderati di trattamenti in atto, mediante l’osservazione clinica, l’impiego di scale/strumenti appropriate/i e idonei sistemi di monitoraggio). La seconda unità, ad aiutare in assistenza il medico del pronto soccorso nelle emergenze/urgenze». «Vorremmo conoscere - prosegue - chi gestisce e assiste i degenti che verranno la mattina dopo ricoverati, appoggiati nei corridoi? In reparto letti liberi, in pronto soccorso barelle piene. Dei pazienti nel reparto medicina già ricoverati se ne occuperà il medico anestesista, già impegnato nelle emergenze in pronto soccorso e in sala operatoria, mentre uno dei tre medici rimasti in servizio, di medicina interverrà in reperibilità notturna (che se chiamato interromperebbe il suo riposo di 11 ore come da normativa europea). Certamente la carenza di personale medico è grave e tre medici non bastano nemmeno a coprire i turni in medicina e a sostenere contemporaneamente le attività ambulatoriali. E allora che si fa? Si chiudono alcuni ambulatori specialistici importanti e si riduce ad un giorno l’apertura quello di diabetologia (con circa 16.846 utenti in provincia e circa 2800 nel distretto C di diabetici, aumentando anche i giorni per le visite necessarie) mentre la cardiologia ambulatoriale sembrerebbe continuare ad impegnare a tempo pieno 3 cardiologi; uno di questi, impegnatissimo nell’attività ambulatoriale (anche esterna) svolge pure la funzione di direttore sanitario e, come sicuramente noto alla direzione aziendale, firmerebbe gli atti di competenza di un direttore sanitario qualificato utilizzando un generico timbro della direzione sanitaria». «Ma poteva esserci un’altra soluzione? - chiede il segretario Cisas -. Evitando di utilizzare anche la guardia medica per coprire un turno ospedaliero (vedi ospedale di Montefiascone) sarebbe stato opportuno alleggerire il cardiologo dall’impegno della direzione sanitaria nominando finalmente un direttore legittimo e riorganizzare l’area medica integrando i cardiologi come medici nelle attività del reparto di medicina», conclude.

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