TARQUINIA – Il comitato spontaneo, “Insieme per l'ospedale di Tarquinia”, preoccupato per il funzionamento del servizio di Pronto soccorso e per i silenzi del dottor Egisto Bianconi, commissario straordinario della Asl Vt, ha deciso di scrivere una lettera aperta al commissario per sollecitare risposte ed azioni concrete per salvaguardare il presidio sanitario di Tarquinia.

La lettera è stata inviata, per conoscenza, anche ai sindaci dei comuni del distretto e ai tre consiglieri regionali eletti nella provincia di Viterbo, Enrico Panunzi, Valentina Paterna e Daniele Sabatini con i quali una delegazione del Comitato ha condiviso, in più incontri, le preoccupazioni per il funzionamento dell'ospedale di Tarquinia.

«Egregio dottor Egisto Bianconi – è scritto nella missiva firmata dal comitato spontaneo Insieme per l’ospedale di Tarquinia – per continuare a contrastare il declino dell'ospedale di Tarquinia, con le azioni che può avviare il movimento spontaneo popolare apartitico che si riconosce nel Comitato "Insieme per l'ospedale di Tarquinia ", il 15 giugno scorso Le abbiamo chiesto un incontro urgente.

Non c'è stata risposta alcuna.  La nostra preoccupazione è fortissima anche perché, scegliendo di non rispondere al Comitato, Lei, di fatto, si è rifiutato di incontrare i cittadini ai quali deve attenzione e considerazione.

Gli eventi accaduti in quest'ultimo anno rappresentano un impoverimento continuo che sta lentamente compromettendo le funzioni vitali del nosocomio tarquiniese. Tali eventi sono la chiusura del reparto di ortopedia e la riduzione progressiva dell'operatività di radiologia e del pronto soccorso. Si tratta di funzioni essenziali per gli interventi terapeutici diretti e per un efficace lavoro di avviamento dei pazienti verso l'area d’intervento più appropriata, interna o esterna che sia.  È inevitabile che, senza il supporto diagnostico o terapeutico degli specialisti ortopedici, molti degli accessi al pronto soccorso si trasformino in una dichiarazione di impotenza. È inevitabile poi che, per non sentire le "non risposte" del pronto soccorso, l’utente si avvii, autonomamente, altrove da subito.

E così il cane si morde la coda.  Meno accessi al pronto soccorso, conseguente riduzione di interventi ortopedici e i decisori concludono che non c'è domanda per ripristinare i servizi che l'ospedale di Tarquinia erogava in quantità a livelli di eccellenza fino a pochi mesi fa.  L’amministratore deve tagliare i rami secchi, non le piante vitali. Ma questa logica contrasta evidentemente con altri interessi.  Per tutto questo, non avendo avuto l'opportunità di farlo personalmente, chiediamo di conoscere tutti i dati statistici riguardanti il pronto soccorso e in particolare quelli relativi agli accessi in pronto soccorso con la specifica di tutte le patologie, con particolare attenzione alle patologie ortopediche e i trasferimenti dei malati dal pronto soccorso di Tarquinia ad altri presidi. È ovvio che non possiamo imputare a Lei la chiusura del reparto di Ortopedia e la riduzione dei servizi diagnostici avvenuti prima del Suo arrivo, ma ciò che chiediamo di conoscere, perché Sua responsabilità, è quali azioni di miglioramento abbia già avviato per il funzionamento del Pronto Soccorso e quali siano le iniziative intraprese per ripristinare il reparto di Ortopedia e per il mantenimento di Radiologia.  Le azioni e le iniziative che noi, dal canto nostro, metteremo in campo come comitato spontaneo di cittadini serviranno a sostenere i progetti concreti per l'Ospedale di Tarquinia, che Lei potrà attuare in forza del prestigioso incarico che ricopre».