CIVITAVECCHIA – La campagna vaccinale anti covid fa flop e il Ministero scrive alle Regioni ma quello che manca è la richiesta. Sono lontani i giorni in cui l’arrivo dei primi vaccini contro il Covid - 19 aveva illuminato le terribili e buie giornate di pandemia, tra lock in e restrizioni severe, e ormai sono davvero in pochi a volersi vaccinare. Nei giorni scorsi la circolare firmata dal direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Francesco Vaia, sulle indicazioni e le raccomandazioni per il proseguimento della campagna di vaccinazione contro il Covid che, in sostanza, invita le Regioni a fare meglio in vista dell’inverno, ma quale è il problema reale? Secondo alcuni professionisti del territorio si tratterebbe di un calato interesse generico da parte della popolazione. Come spiega il referente Fimmg dottor Mauro Mocci, alcuni lamentano di non riuscire a farlo nonostante la volontà, ma essenzialmente, «non c’è richiesta. Ormai le persone sanno che il virus è meno impattante rispetto alle precedenti varianti, poi c’è il passaparola e si pensa che magari si avrà solo qualche linea di febbre. In tanti poi dicono “tanto lo prendo comunque”, diciamo che si è sempre saputo che nonostante il vaccino il rischio di prendere il covid esistesse ma lo si sarebbe comunque preso in forma più lieve, ormai la sintomatologia è meno severa e la richiesta di vaccino è calata. Anziani e fragili vanno necessariamente vaccinati ma di base, una volta spiegati i rischi come ad esempio polmoniti e pericarditi, questa fascia della popolazione tende ad effettuare la vaccinazione. I più giovani no. Ricordiamo però che ci sono ancora persone che vanno in ospedale per complicazioni dovute al covid quindi il nostro consiglio è di vaccinare anziani e fragili». I casi in città rimangono costanti con picchi dovuti a contagi di famiglie più o meno numerose, il problema resta legato al fatto che ormai in pochi si tamponano. Insomma, il covid sembra essere caduto nel dimenticatoio. Un cambio di mentalità legato al decadimento delle restrizioni e degli isolamenti. Molto meglio invece la campagna vaccinale antinfluenzale. «Qui - continua Mocci - c’è più interesse, soprattutto perché si ha la consapevolezza che vaccinandosi non si prenderà l’influenza, è un vaccino che fanno tutti perché c’è da parecchi anni, c’è più fiducia, è ben rodato, eccetera. Possono farlo praticamente tutti, non solo chi rientra nelle categorie ma anche chi è a contatto con, ad esempio, anziani o fragili. Nel mio caso - conclude Mocci - ho vaccinato chi ne aveva la necessità, su 1530 pazienti ho fatto 250 vaccini». Ora bisognerà attendere la curva influenzale e valutare se e quanto il covid impatterà con i famosi “malanni di stagione”.

©RIPRODUZIONE RISERVATA