Roberto D’Ottavio è riuscito in un’altra impresa. Nel 2019 aveva allestito una lista in grado di superare di gran lunga la media nazionale e regionale di Forza Italia, diventando il partito leader, per numero di consiglieri, insieme alla Lega, e garantendosi per sé il potentissimo ruolo di assessore ai Lavori Pubblici. Dopo aver via via perso pezzi in consiglio comunale ed azzerato, sotto la sua guida, il partito ed il gruppo consiliare, venendo a sua volta revocato, richiamato e nuovamente revocato dal sindaco Tedesco, l’attuale commissario locale azzurro stavolta si è fatto sostanzialmente zittire dal capogruppo del suo partito Massimo Boschini, che non è solito fare polemiche in consiglio o sui giornali. D’Ottavio, infatti, non ha trovato di meglio che diffidare pubblicamente il consigliere comunale dal votare il nuovo regolamento del corpo di Polizia locale, che prevede tra l’altro la possibilità di armare gli agenti.

Boschini ha replicato sia a parole che con i fatti, votando la delibera e risultando decisivo nel non mandare sotto l’intera maggioranza di Tedesco.

Ineccepibile la replica del capogruppo, che in sostanza ha ricordato a D’Ottavio come i consiglieri comunali svolgano il proprio ruolo senza vincolo di mandato, come le controversie interne al partito non siano di certo decise unilateralmente da commissari o coordinatori, né tantomeno da altre giurisdizioni invocate da D’Ottavio (tirando in ballo a sproposito anche Sindaco, Presidente del Consiglio Comunale e Segretario generale del Comune), ma semmai dai probiviri del partito. Infine, il dato politico ricordato da Boschini: sulla materia delle armi alla Polizia Locale, il governo Meloni, in cui Forza Italia esprime il vice-premier, nella persona del segretario nazionale del partito Antonio Tajani, nonché diversi e importanti ministri e sottosegretari, ha assunto una posizione del tutto analoga a quella ricalcata dalla delibera di consiglio comunale, con un disegno di legge che come primo firmatario ha avuto il senatore azzurro Maurizio Gasparri.

Più chiaro di così: D’Ottavio nel merito sarebbe stato colpito e affondato, se non fosse evidente a tutti che queste vicende attengano alle dinamiche interne di partito e che delle armi alla polizia locale di Civitavecchia, al commissario azzurro che vive a oltre 100 km di distanza, non potrebbe importare di meno se non fosse per tentare di indebolire la maggioranza «di cui - gli ha anche ricordato Boschini - Forza Italia ancora fa parte». Del resto, D’Ottavio ha detto da tempo che Forza Italia non intende sostenere la ricandidatura a sindaco di Ernesto Tedesco, non facendo mistero di seguire l’indirizzo datogli dal suo nuovo riferimento a tutto tondo Roberto Serafini, ossia quello di sostenere la candidatura del generale in pensione della Guardia di Finanza Paolo Poletti. Il mistero è semmai perché Tedesco mantenga in capo a D’Ottavio, che ha detto apertamente di non sostenerlo e di non volersi neppure sedere al tavolo con lui, una delega importante come quella su Pnrr e Fiumaretta, su cui speriamo che i risultati dello stesso D’Ottavio non siano gli stessi ottenuti nelle sue altre esperienze civitavecchiesi, come quelle amministrative (con l’assessorato - e lavori ancora in attesa come ad esempio quelli del Fattori - o il partito azzerato) o quella sportiva con la pallanuoto affondata da debiti non pagati e da risultati sportivi che ne hanno cancellato oltre mezzo secolo di storia gloriosa.

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