Domani alle 12 scadono i termini per chi volesse proporre la propria candidatura come amministratore o direttore generale di Csp.

In un certo senso è un cerchio che si chiude per l’amministrazione Tedesco, per la quale le nomine della municipalizzata costituirono il primo motivo di tensione interna e di scontro tra le forze politiche che avevano portato alla vittoria il sindaco e lo stesso primo cittadino che iniziò allora, nel primo giorno di mandato, a disattendere gli impegni presi. Oggi, a un anno dalla fine della consiliatura, il rinnovo del cda e del dg, in coincidenza con il probabile ennesimo rimpasto, come detto chiuderanno un cerchio ideale.

All’inizio Csp non si poteva nemmeno nominare: quelle nomine, come dovrebbe essere in un mondo ideale che non esiste, avrebbero dovuto sfuggire ad ogni logica di lottizzazione, per basarsi solo su merito, curriculum e competenze.

Una bugia a cui non ha mai creduto nessuno, anche perché è inutile prendersi in giro: si tratta di nomine politiche, che addirittura la legge infatti inserisce in uno dei pochi casi di spoil system positivamente normati: l’articolo 50 del TUEL legittima lo spoil system nelle società comunali ed integra «ex se una giusta causa oggettiva di revoca degli amministratori» a prescindere da una giustificazione – motivazione correlata ad un inadempimento degli amministratori in carica, prescinde da una valutazione concreta sulla condotta assunta in ambito societario.

Del resto, la suprema Corte a sezioni unite, ha specificato come la norma, espressa dai commi 8 e 9 dell’art. 50 TUEL, risulterebbe “diversamente inutiliter datae, qualora anche la potestà del Sindaco di revoca e nomina degli amministratori, da esercitare entro il breve termine di 45 giorni, dovesse essere sorretta da una motivazione atta a giustificarla”.

Si tratta insomma di nomina politica, purché soretta dagli indirizzi del Consiglio Comunale e dai titoli richiesti per ricoprire l’incarico.

All’epoca Francesco Serpa venne fatto dimettere dal consiglio comunale prima ancora di insediarsi e poi fu messo da parte se che fosse arrivato nessun “Marchionne” dall’aldilà a proporsi per il posto e senza che si potesse ricondurre la nomina nel suo alveo naturale, che è come detto anche dai giudici più alti, quello della politica che dà gli indirizzi e leindicazioni.

Oggi evidentemente fa comodo dimenticare questa e tante altre “regole” che furono accettate da tutti in quel momento, come ad esempio quella sull’elezione a presidente del consiglio comunale di chi avesse preso più voti, a prescindere dal partito di appartenenza.

In ogni caso, visto che non siamo nei primi 45 giorni dell’amministrazione, ma nei suoi ultimi 400 giorni, sarebbe bene che a questo punto si facessero i conti con la politica e con i numeri prodotti dalla gestione aziendale e dalle delibere del socio unico, per valutare riconferme o sostituzioni: l’utile, certo, ma anche vedere quali interventi e sostegni lo hanno prodotto, cosa è accaduto al costo del personale, quali sono rispetto a ieri le prospettive dell’azienda, e così via.

Per poi decidere in serenità e consapevolezza di fare il meglio per Csp e soprattutto per l’intera comunità di cittadini “azionisti” civitavecchiesi.

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