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CIVITAVECCHIA – Il decreto del Ministero dell'Ambiente è atteso a breve, e mentre si rafforza la posizione della Puglia (con i porti di Taranto e Brindisi) e della Sicilia (con Augusta) come sedi designate per diventare i grandi hub logistici del settore dell’eolico offshore galleggiante, emerge l’esclusione di Civitavecchia da questa partita strategica. Il porto cittadino, inizialmente considerato tra le opzioni per l’allestimento delle piattaforme, sembra ora fuori dai giochi, nonostante la sua rilevanza e le potenzialità infrastrutturali.
Secondo indiscrezioni riportate dagli operatori del settore, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) sembra orientato a puntare sui porti del Sud Italia, con l’obiettivo di stimolare lo sviluppo industriale e le attività marittime delle regioni meridionali. I porti di Taranto e Brindisi sono favoriti come fulcro del nuovo business delle energie rinnovabili, insieme ad Augusta, che ha già ottenuto l’appoggio ufficiale del governo. La Sicilia, infatti, grazie anche alla recente approvazione del decreto di Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) per il parco eolico al largo di Marsala, ha consolidato la sua posizione come snodo principale per i progetti legati al vento.
Ma Civitavecchia, unico porto del Tirreno e del centro Italia, avrebbe un ruolo cruciale da giocare sul fronte della riconversione energetica. Con la centrale a carbone dell’Enel destinata a chiudere, la città come più volte auspicato potrebbe trasformarsi in un hub chiave per la nuova economia verde del Lazio. Una prospettiva che richiede, però, un impegno politico e progettuale ben più strutturato.
Intanto è stata ufficializzata la nascita di Divento Energia, parnership tra GreenIT - la joint venture italiana nelle energie rinnovabili tra Plenitude (società controllata da Eni) e Cdp Equity - e Copenhagen Infrastructure Partners, con l’obiettivo di sviluppare 5 progetti eolici offshore galleggianti in Italia, con una capacità complessiva di 3 GW. Una volta costruiti e in funzione, gli impianti, situati a circa 30 km al largo delle coste siciliane, laziali e sarde, produrranno circa 8TWh di energia rinnovabile, contribuendo agli obiettivi di decarbonizzazione dell'Italia, come indicato nel Piano Nazionale Integrato Energia e Clima 2030.