MARCO DI GENNARO

CIVITAVECCHIA - Una dieta ricca di carne e prodotti della sua lavorazione è salutare ed eticamentecorretta ? A queste domande cerca di dare una risposta un articolo pubblicatosull’American Journal of Cardiology con il titolo “ Are we what we eat ? The moralimperative of the medical profession to promote plant-based nutrition “ (Siamo ciòche mangiamo ? L’imperativo morale della professione medica di promuovere unanutrizione vegetariana ).Per fare ciò gli autori contestano, sulla base di argomentazioni scientifiche, alcuniluoghi comuni in merito al consumo di carne.

Una delle affermazioni più comuni è certamente quella che “abbiamo bisogno dimangiare carne per essere in salute “ basata sull’errata convinzione che il consumodi carne sia necessario per un adeguato apporto proteico. Secondo gli autori, infatti,la quantità giornaliera di proteine raccomandata , pari a 0.8grammi per kg di pesocorporeo, potrebbe essere facilmente ottenuta con una alimentazione a base di cibivegetali ricchi di proteine che includa soia, legumi, noci e semi .

Una tale bilanciataalimentazione garantirebbe anche una adeguata quantità di nutrienti essenziali enecessiterebbe solo di una integrazione di vitamina B 12.Va, inoltre, ricordato che i cibi di origine animale tendono a favorire infiammazione,stress ossidativo, alterazioni della flora intestinale e danno della parete dei vasideterminando malattie cardiometaboliche croniche quali ipertensione, , diabete,obesità, e coronaropatia. Oltre ai grassi saturi ed al colesterolo , infatti, i prodotti diorigine animale contengono numerose altre sostanze dannose meno note chesono associate all’insorgenza di malattie croniche.I danni alla salute della carne rossa possono essere aumentati da una cottura ad altetemperature o dall’affumicatura. Questi processi determinano infatti la produzionedi amine eterocicliche che sono potenti mutageni che aumentano il rischio dicarcinogenesi intestinale, pancreatica, vescicale e renale; essi possono generareidrocarburi policromatici anche essi implicati nella carcinogenicità della carne neglianimali e nell’uomo.

Ed invero, ricordano gli autori, l’Agenzia Internazionale per laricerca sul cancro della Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato la carnelavorata come carcinogenica per l’uomo e la carne rossa come probabilmentecarcinogenica per l’uomo.Al contrario una dieta a base di prodotti vegetali, sia da sola che in associazione adaltri salutari comportamenti, è l’unica strategia nutrizionale capace di far regredireuna preesistente aterosclerosi coronarica, ridurre i danni vascolari del diabete,prevenire l’ipertensione, ridurre il rischio relativo di cardiopatia ischemica e ditumore.Gli stessi effetti positivi della Dieta Mediterranea vengono potenziati da unadiminuzione dei pur se ridotti quantitativi di prodotti animali in essa previsti.Un altro aspetto importante sottolineato dagli autori concerne il sostanziale impattodi una alimentazione a base di carne sia a livello locale che globale. Il consumo dicarne comporta , infatti, un enorme consumo di risorse in termini di deforestazione,consumo di acqua ed emissioni di metano.

La consapevolezza del significativoimpatto ambientale e climatico delle scelte nutrizionali potrebbe indurre ognuno ascelte più ponderate nell’interesse generale.A ciò si aggiungono i rischi di allevamenti intensivi con condizioni igienichedrammatiche , per operatori ed animali, nei quali la diffusa somministrazione diantibiotici può determinare una antibiotico resistenza con negative conseguenzeanche per l’uomo e favorire la comparsa di pandemie zoonotiche.Sulla base di queste ed altre considerazioni l’equità nutrizionale è per gli autori unimperativo morale e dovrebbe essere una priorità nell’ambito della sanità pubblicatenuto anche conto che le malattie cardiovascolari sono la principale causa dimortalità e malattia nel mondo.Un ruolo importante verso una maggiore consapevolezza del ruolo di unaappropriata alimentazione basata su prodotti di origine vegetale compete per giautori alla classe medica così come accaduto per il fumo, ma non solo. La scuola, imedia , le istituzioni politiche dovrebbero dare adeguata informazione sui vantaggidi un’alimentazione vegetariana per noi stessi e per il pianeta che condividiamo .