CIVITAVECCHIA – È stato un genio “dall’altro mondo” quello di Orson Welles, una delle personalità del cinema – e non solo – più influenti della cultura audiovisiva della sua epoca e degli anni a venire.

L’artista di Kenosha, in Wisconsin, nacque il 6 maggio 1915, da genitori facoltosi che lo indirizzarono precocemente verso le arti, considerandolo un bambino prodigio; un destino comune a quello del magnate Charles Foster Kane, colui che qualche anno più tardi sarà il protagonista di uno dei suoi film più celebri e considerato ancora oggi un capolavoro cinematografico, ovvero “Quarto potere”.

Ma prima di giungere allo step che fu il coronamento della sua carriera cinematografica il giovane virtuoso passò dal teatro e dalla radio. Là, dietro un microfono, a soli 23 anni recitò quello che è a tutt’oggi l’adattamento più memorabile del romanzo “La guerra dei mondi” di H. G. Wells: la versione recitata da Orson Welles era talmente realistica e credibile, scandita con gli stessi ritmi di un notiziario in diretta, che il panico si diffuse presto tra tutti gli abitanti degli Stati Uniti, convinti che gli alieni stessero davvero invadendo il pianeta Terra, creando di fatto un’isteria immotivata. Questa esperienza, come scherzò successivamente lo stesso Welles, invece di aprirgli le porte del carcere per procurato allarme gli aprì quelle di Hollywood: la casa di produzione RKO gli offrì un contratto unico nel suo genere, che gli lasciava totale libero arbitrio come regista, sceneggiatore, produttore e attore.

È proprio in questo periodo che si deve la realizzazione nel 1941 del già citato “Quarto potere”, importante non solo perché tra i capostipiti del genere noir ma anche per diverse innovazioni filmiche tecniche. Da quel momento, la strada di Welles sarà in discesa e lui sarà riconosciuto come una delle personalità più importanti delle arti sceniche: suo il merito di aver portato sul grande schermo, con maestria e sapienza, anche classici del teatro come “Macbeth” e “Otello”. Un genio così prolifico non poteva non lasciare, alla sua morte, delle opere incompiute: la più memorabile è certamente “The Other Side of the Wind”, completato da Netflix nel 2018 e reso finalmente disponibile sulla piattaforma per tutti gli estimatori del grande artista.

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