CIVITAVECCHIA – Avranno tempo fino al 20 maggio prossimo per presentare i propri lavori e dimostrare di interpretare, in modo originale, il tema della trasformazione. È quella infatti la data di scadenza del concorso “La mia energia” rivolto alle scuole secondarie di secondo grado di Civitavecchia, Ladispoli e Cerveteri. Una iniziativa di Tirreno Power con il sostegno della Fondazione Bellonci, organizzatrice del Premio Strega. Un concorso di scrittura a cui i ragazzi sono invitati a partecipare con un racconto, una poesia, una canzone, un graphic story che pone al centro il tema della transizione energetica e della trasformazione. Proprio il tema della trasformazione è il filo conduttore delle iniziative che Tirreno Power ha portato in tutta Italia coinvolgendo anche la città di Civitavecchia lo scorso 12 luglio in un incontro con i finalisti del premio Strega. La giuria è composta da Maria Grazia Calandrone, poetessa, scrittrice, giornalista, insegnante, Fabrizio Allegra, direttore generale di Tirreno Power, Giovanni Solimine, presidente della Fondazione Maria e Goffredo Bellonci, Cristiano Dionisi, presidente di Unindustria Civitavecchia, Raffaele Saladino, professore ordinario Università degli Studi della Tuscia.

Ed è stata la presidente di giuria, Maria Grazia Calandrone, a suggerire qualche consiglio ai ragazzi, invitandoli a partecipare, mettendosi alla prova, scoprendo magari qualche lato più nascosto di se stessi. «Un modo per esplorare se stessi - ha spiegato - e per trovare allo stesso tempo una comunicazione con l’esterno». Ed il tema scelto, oltre ad essere di forte attualità, si apre a molte considerazioni. «Attraverso questi lavori - ha infatti sottolineato la scrittrice - sono chiamati ad affrontare temi importanti; a scuola sono già sensibilizzati, ma in questo caso potranno capire e descrivere quale possa essere la propria posizione nel mondo, rispetto alla contemporaneità. In che posizione vogliono mettersi, cosa vorranno fare oggi, e in futuro, per il proprio pianeta? Ambiente ed energia sono oggi la loro quotidianità: la letteratura, così come la poesia, non sono un’evasione, ma un modo per stare dentro le cose. Dunque potremo avere delle risposte davvero interessanti leggendo e visionando questi lavori». Un modo, per i ragazzi, anche per “riscattarsi”, per difendersi da quei luoghi comuni che li vogliono superficiali e poco attenti. «È vero, sicuramente leggono molto meno - ha aggiunto Calandrone - i social hanno sostituito in modo scientifico questo aspetto: è molto più semplice scrollare uno schermo che leggere un libro. Ma nelle scuole ci vado: ci sono tantissimi ragazzi straordinari, preparati, attenti e curiosi. Cosa manca? La politica; non c’è interesse nè conoscenza politica. Un’iniziativa del genere può aiutarli, attraverso quello che più è vicino a loro, ad arrivare a capire come si organizza una ipotesi alternativa, capendo l’importanza della politica e dell’interesse per la cosa pubblica». Un consiglio per gli studenti che vogliono partecipare? «Leggere, per scrivere bisogna leggere di tutto - ha ricordato Calandrone - vivere, fare esperienze per trovare il proprio stile, mettere il proprio universo. Lo scrittore è un costruttore di mondi. E poi bisogna leggere a voce alta quanto scritto, per sentire se suona, se ha ritmo».

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