CIVITAVECCHIA – «Il Sanremo 2024? Senza dubbio il più bello tra i nove che mi hanno vista impegnata. Sarà difficile riuscire ad eguagliare un risultato del genere, in termini di numeri e di qualità». Ne è convinta la violinista civitavecchiese Maria Letizia Beneduce, reduce da un mese e mezzo di duro lavoro con l’Orchestra Sinfonica di Sanremo che, anche quest’anno, l’ha vista in prima fila nel ruolo di concertino, accanto al primo violino Franco Invidia.

Stanca, provata, ma indubbiamente felice e consapevole della grande opportunità e dell’esperienza vissuta anche quest’anno a Sanremo. «Siamo arrivati esausti: è stata una bella prova di resistenza fisica e di concentrazione mentale. Basti pensare alla sola esibizione di Roberto Bolle. Provavamo la mattina, sempre. Però abbiamo ricevuto una grande attenzione, a differenza delle passate edizioni, da parte degli artisti, anche in maniera concreta - ha raccontato la violinista mentre era in auto con una collega, rientrando a Civitavecchia - portiamo dal Festival molti gadget: insieme a Geolier, ad ogni prova, arrivavano vagonate di sfogliatelle e dolci napoletani, i Ricchi e Poveri hanno regalato ad ogni musicista la sciarpa diventata un must di questo Sanremo, e poi una maglietta da parte di Loredana Bertè». Un’orchestra che ha ribadito il suo ruolo da protagonista con professionalità ed eleganza; ruolo riconosciuto dai vari artisti che hanno ringraziato tutti i musicisti. «Quest’anno era tanta l’emozione portata sul palco dell’Ariston - ha assicurato Beneduce - e soprattutto alta la qualità, sia degli artisti in gara che degli ospiti. Quando siamo stati chiamati a votare, devo ammetterlo, non è stato per niente facile». A festival chiuso, Beneduce può sbilanciarsi anche su quelli che sono stati i suoi artisti preferiti. «Se parliamo di esibizione carismatica e peso specifico - ha confessato - Loredana Bertè non ha rivali. Ha un’energia pazzesca, nessuno è più rock di lei sul palco. Una presenza ed una prestazione fuori gara: vince a prescindere. Sono felicissima poi per Angelina Mango: avrebbe dovuto vincere anche la serata delle cover. Questa ragazza ha il fardello di essere figlia d’arte, non è facile affermarsi. Ma oggi ha confermato di avere un’identità artistica ben definita. Mi sono innamorata di Dargen D’amico: il suo è stato il miglior arrangiamento. Per me è stato una incredibile sorpresa. C’è poi il tormentone di una grande Annalisa, artista con una vocalità eccezionale, e la classe di Diodato. Che dire poi dei Ricchi e Poveri - ha aggiunto Beneduce - si sono divertiti sul palco, e credo si sia visto». A riflettori spenti, non sono mancati infine i iringraziamenti, «alla Fondazione Orchestra Sinfonica di Sanremo - ha concluso Beneduce - per volermi ancora e per avermi assegnato quel ruolo prestigiosissimo che è il concertino. All’amico Franco Invidia, per volermi sempre al suo fianco. E a tutta la squadra della Rai che vanta una professionalità straordinaria in ogni ruolo: perché se si riesce a portare a casa un risultato del genere, con cinque serate di diretta a quei livelli, significa che dietro le quinte ci sono fior fiore di professionisti».

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