SANTA MARINELLA – Stanno per prendere il via i lavori di risistemazione di piazza Trieste. Ad annunciarlo è stata la delegata al centro storico Maura Chegia la quale, nel corso dei festeggiamenti della Befana che si sono tenuti presso la caratteristica piazzetta oggetto delle opere di restyling, ha detto espressamente che quella, per il momento, sarebbe stata l’unica manifestazione, in quanto il tratto di centro cittadino sarebbe stato chiuso per lavori. “Entro questa settimana l’area sarà transennata in quanto partono i lavori e quindi non sarà fruibile per un po' di giorni – ha detto la Chegia - così metteremo in sicurezza sia la piazza che gli alberi in quanto le radici dei pini creano problemi. Il progetto è il salvataggio dei pini e lo faremo attraverso uno scavo che porterà alla luce le radici ammalate. Il progetto ci è stato proposto da una ditta specializzata che ci ha avvertito che tagliando normalmente le radici al piano stradale, si sarebbe messo a rischio la stabilità dell’albero. Il lavoro sarà quello di rimuovere le radici con un telo apposito e delle reti, che dirigeranno le radici verso il basso, in modo tale da non farle emergere alla base del pino. Con questo lavoro, ci è stato garantito che per vent’anni non ci saranno più radici che saliranno verso l’asfalto. Speriamo che il lavoro venga fatto al meglio e garantisco che vigilerò affinché tutto vada per il meglio, in questo modo si risolverà il problema dei pini che stanno sulla piazza”. Dunque, il Comune ha indetto un appalto dal costo tra i 20 e i 25mila euro, che risolverà definitivamente il problema delle radici degli alberi. Le associazioni ambientaliste, in passato, erano intervenute per salvare i pini di piazza Trieste proponendo anche loro una soluzione che conservasse le alberature. “Noi stiamo facendo quello che avevamo deciso già da tempo – conclude la delegata - non abbiamo mai avuto l’idea di abbattere i pini, abbiamo seguito la nostra volontà che era quella di salvaguardare i pini, a meno che non ci fossero alternative. Le alternative le abbiamo cercate, abbiamo interpellato tanti agronomi italiani e finalmente abbiamo trovato una alternativa che ha soddisfatto tutti. Chiaramente, se non ci fosse stata questa possibilità i pini andavano rimossi. Non potevamo farci condizionare dalle associazioni, noi abbiamo portato avanti la nostra idea che era quella di salvare i pini”.