CIVITAVECCHIA - "Mentre la città, e noi con essa, assiste alla rappresentazione, nelle persone più attente e partecipative sorge una domanda: al di là dei possibili esiti amministrativi, probabilmente prevedibili e scarsamente affascinanti, c’è ancora in alcuni un’etica politica che ne guidi i comportamenti e le scelte o queste dipendono ormai solo da calcoli personali o di fazione?". È la domanda che si pone il Partito democratico, insieme ai suoi consiglieri, alla luce dell'ennesima crisi di maggioranza. Con Mari e Cacciapuoti che hanno espresso la volontà di entrare in Fratelli d'Italia, infatti, secondo i dem "si dovrebbe arguire che, a rigor di logica, l'Amministrazione dovrebbe entrare in crisi per l’assenza del numero minimo di Consiglieri necessari a definire la maggioranza utile a rendere valide le sedute di Consiglio Comunale e dunque il proseguo dell’attività amministrativa. Nessuno - hanno spiegato - può dire con certezza se ciò, che sarebbe coerente ma non automatico, avverrà. Potrebbe anche darsi che, graffiando con le unghie gli specchi, si diano spiegazioni in seguito alle quali ci si accomodi in un partito, al momento all’opposizione, pur continuando a rimanere nella maggioranza di Governo cittadino, godendone le prerogative".

Secondo il Pd cambiare partito è sempre legittimo, "anche se a rigore quando vieni eletto perché vuoi rappresentare un’idea se la cambi forse dovresti dare convincenti spiegazioni e in linea di principio diviene contraddittorio il tuo stesso ruolo di rappresentanza. Non si vuole troppo esplorare il terreno dell’etica e dei principi - hanno aggiunto - ma non dovrebbe essere questa scelta, se non proprio drammatica quantomeno lacerante? I giorni che seguiranno ci forniranno alcune risposte o forse non ne daranno alcuna e profittando di un periodo festivo in cui l’attenzione, non sempre molto elevata, si abbasserà ulteriormente, forse si produrranno i soliti accordicchi, con spartizioni di scampoli di potere, molto distanti dagli interessi di una città che soffre dal punto di vista del degrado urbano e dello sviluppo; dal punto di vista occupazionale, sociale e culturale. Noi siamo convinti che, indipendentemente da come andranno le cose, il tempo dell’Amministrazione cittadina sia concluso e che non rimanga, qualora si voglia conservare credibilità e dignità, una sola estrema soluzione che, purtroppo per Civitavecchia, non verrà adottata".