Un iter autorizzativo che il territorio sta cercando in tutti i modi di bloccare, nonostante le intenzioni della Regione Lazio siano piuttosto chiare ormai. E così l’amministrazione comunale ha affidato nei giorni scorsi un nuovo incarico all’avvocato Enrico Michetti per la costituzione in giudizio presso il Tar del Lazio contro la recente determinazione della Pisana relativa al rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale alla Ambyenta Lazio per la realizzazione del biodigestore in località Monna Felicita. Con determinazione del 26 settembre, pubblicata sul Burl dell’11 ottobre, infatti, la direzione ambiente della Regione Lazio ha rilasciato l’Aia: si tratta, di fatto, del penultimo passo prima dell’autorizzazione definitiva, il Paur – Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale – che andrà a chiudere la partita. L’impianto ha già incassato il parere favorevole per la valutazione di impatto ambientale, con la Regione che ha dato anche l’ok al metanodotto di servizio.


Passaggi amministrativi a cui il Pincio ha deciso di dare battaglia dal punto di vista giudiziario, attraverso il Tar del Lazio, contrastando la possibile realizzazione di un impianto contro cui il territorio tutto di è detto contrario.


Un impianto da 120.000 tonnellate/anno, eccessive secondo il territorio e sovradimensionate rispetto alle esigenze locali.


La sola città di Civitavecchia, ad esempio, come più volte evidenziato, produce 7000 tonnellate annue di rifiuti organici; quantità ben inferiore a quella ipotizzata dall’impianto che, alla fine, risulterebbe il più grande del Lazio. Un impianto, tra l’altro, che come ribadito anche da Civitavecchia bene Comune non è neanche previsto dalla pianificazione regionale. Il nuovo piano per la gestione dei rifiuti di Roma prevede 2 impianti per la digestione anaerobica della frazione organica, da 200mila tonnellate complessive, a Cesano e Casal Selce. Centomila tonnellate ad impianto, contro i 120.000 del solo biodigestore di Civitavecchia.


Lo stesso comitato ha definito come «anomala e immotivata, visto che era già stata emessa in sede di conferenza dei servizi, la pubblicazione da parte della Regione Lazio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale per il mega biodigestore di Ambyenta Lazio».


Ed anche l’amministrazione, che si è più volte espressa contro un impianto non dimensionato sulle esigenze del territorio, ha quindi deciso di andare avanti, procedendo a colpi di ricorsi, per cercare di fermare l’iter ormai avviato e in fase avanzata per la possibile realizzazione del mega biodigestore, aprendo quindi degli spiragli nella partita.



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