LADISPOLI - Palude piena dopo due settimane di apertura delle idrovore e ben 50mila metri cubi di acqua immessa. Soddisfazione da parte del gestore della palude di Torre Flavia per conto di Palazzo Valentini. «È stata una spettacolare azione congiunta della Città metropolitana, del comune di Ladispoli e della famiglia Mantovani», è il commento di Corrado Battisti.

Dopo la bonifica dell’area, può dichiararsi conclusa la fase due, quella del riallagamento appunto dei canali e l’immissione dei pesci, molti dei quali erano morti per la siccità che in estate non aveva risparmiato la riserva. «Almeno la metà degli uccelli della palude – spiega Battisti – non vivrebbe qui senza i pesci».

Alcune specie a quanto pare sono più resistenti di altre che invece sono destinate a soccombere. Le gambusie ad esempio hanno sofferto tantissimo perché vivono soltanto nell’acqua dolce. I cefali riescono a resistere anche in mare quindi non hanno difficoltà per reperire ossigeno. Ci sono stati rischi anche per i piccoli gamberi di acqua dolce e le tartarughe. Il nodo da sciogliere per la Palude è il piano anti-erosione con le scogliere finanziate dalla Regione ma ancora non sono state realizzate per scongiurare danni al monumento naturale.

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