LADISPOLI - Da giorni era stato notato un nuovo viavai di auto e furgoni sotto al cavalcaferrovia “Nove Novembre” di Ladispoli. Con i classici incivili, si è poi scoperto, pronti ad abbandonare durante la notte rifiuti di ogni tipo. A poco a poco l’ammasso di sacchi della spazzatura, calcinacci, bottiglie di vetro, plastica, divani, reti arrugginite, coperte e cassette di frutta e verdura è aumentato sempre di più, divenendo una mega discarica a cielo aperto. Una situazione esplosiva se dovesse innescarsi un incendio, per altro di fronte ai binari. Il degrado è sotto gli occhi di alcuni residenti della zona e non è sfuggito a migliaia di studenti delle scuole che si trovano praticamente di fronte, e cioè l’istituto elementare “Giovanni Paolo II” e l’Alberghiero. In via Federici c’è anche la biblioteca comunale “Peppino Impastato”. Il contesto è aggravato dalla presenza delle baraccopoli esterne e negli ex magazzini delle Ferrovie dello stato. Circa un mese fa le Guardie ambientali erano intervenute allarmate per questo contesto di incuria. Ora i cittadini tornano alla carica per scongiurare il peggio. «Questa discarica abusiva è nota da tempo sotto il cavalcaferrovia – evidenza Angelo Catoni – e ho constatato, andando sul posto, che nulla è stato rimosso e, sicuramente, i rifiuti sono pure aumentati. Chi deve provvedere alla rimozione e smaltimento di quella montagna di sporcizia?». Insomma, le condizioni igienico sanitarie di quella zona sono precarie. Tutto ciò che dovrebbe essere smaltito correttamente nell’isola ecologica o attraverso la raccolta porta a porta, viene direttamente lasciato a terra nei pressi dell’area. Uno stato di abbandono che alimenta critiche e discussioni da parte dei cittadini. Gli scarti alimentari e la sporcizia hanno attirato i topi e questo ovviamente rappresenta un problema in più. Il Comune, tramite le parole dell’assessore a Igiene e Ambiente, Marco Pierini, ha annunciato l’installazione di nove fototrappola per sorprendere gli incivili. Ma ogni giorno che passa il degrado aumenta anche nelle campagne dopo i soliti ignoti continuano a bruciare la plastica.

©RIPRODUZIONE RISERVATA