ALLUMIERE - Sulla questione degli animali che continuano a morire di stenti, interviene l’Università Agraria di Allumiere con un comunicato congiunto del nuovo consiglio di amministrazione. «Siamo ovviamente dispiaciuti per i capi che stanno morendo in questi giorni- sottolineano gli amministratori - ma il messaggio che sta passando sui social è scorretto e fuorviante. L’Università Agraria di Allumiere si è immediatamente attivata per la risoluzione del problema e sono già stati riempiti nove fontanili. Al riguardo esiste una convenzione con Acea per l’approvvigionamento idrico e domani ci sarà un tavolo tecnico con i vertici di Acea e il sindaco di Santa Marinella al fine di concordare un intervento in sinergia per una azione più incisiva che possa portare tempestivamente alla risoluzione di un problema che ci sta particolarmente a cuore. L’ente agrario di Allumiere, come noto, lavora da anni per promuovere la biodiversità e i nostri capi di bestiame sono tenuti in condizioni ottimali nelle nostre strutture. Altri vivono al pascolo e spesso sono di proprietà di utenti che pagano una fida per poter immettere il bestiame registrato sul nostro territorio. Nella maggior parte dei casi, si tratta di allevatori coscienziosi, che peraltro hanno fatto dell’allevamento la loro fonte primaria di reddito, per cui hanno tutto l’interesse a tutelare la salute delle proprie bestie, bovini o equini che siano. Tuttavia, anche sul nostro territorio ci sono delle eccezioni, per cui può capitare che, per non pagare la propria quota, qualcuno non registri i propri cavalli e bovini, immettendoli abusivamente a pascolare, sfuggendo a qualsiasi controllo. Essendo il nostro un terreno molto vasto, è normale che i controlli vengano effettuati contestualmente alla registrazione dei capi nelle zone in cui risultano nutrirsi. Nei punti invece dove non ci risultano presenze, diventa più difficile intervenire. Purtroppo poi questa anomala ondata di calore senza precedenti ha messo in crisi la zootecnia di tutta l’Italia, non soltanto la nostra, quindi il problema c’è e bisogna prenderne atto. Ma non è certo questione di incuria né di disinteresse da parte dell’ente, che anzi è già fattivamente all’opera per una maggiore efficienza organizzativa che possa portare ad una tempestiva risoluzione del problema».©RIPRODUZIONE RISERVATA