L’associazione Positivekite, specializzata in sport acquatici, ha deciso di lasciare Santa Marinella e di trasferirsi in un Comune del litorale. Il perché lo dicono i loro dirigenti. «Per quattro anni l’amministrazione Tidei ci ha creato solo problemi - spiegano in una nota - siamo un’associazione sportiva che da undici anni attraeva sul territorio tra Santa Marinella e Santa Severa turisti da tutta Italia, ma anche stranieri che prenotavano tour di archeosup al castello e lezioni di sport acquatici di ogni genere. Chiedevamo solo che venisse autorizzato un canale di lancio per sport velici aperto a tutti, dove ognuno potesse praticare nelle regole e senza essere multato dalla Capitaneria di Porto. Dopo aver avuto l’approvazione ad installare il corridoio da parte di soprintendenza, parchi naturali, capitaneria, dogane, pensavamo potesse essere fattibile, invece non c’è stato modo di far capire le esigenze di chi potrebbe avvicinarsi a questo paese, non solo per i lettini e gli ombrelloni, ma facendo parte dello stesso progetto Etruskey, per l’attrazione del turismo, sia il Comune che noi, si potesse instaurare un rapporto di collaborazione che sarebbe stato di buon auspicio ma, ci hanno fatto capire con parole nemmeno tanto velate, che non gliene fregava niente. Non stiamo ad elencare i progetti e le attrazioni che si sarebbero potute realizzate a costo zero. Ma purtroppo a qualcuno interessano solo i progetti megalomani e del reale turismo poco interessa. Sta di fatto che da poco trasferiti in un paese vicino, fatto domanda e presentato il progetto al comune, tempo due settimane e ci hanno autorizzato il corridoio di lancio. Come si dice? Si chiude una porta e si apre un portone. Tutte le persone, in 11 anni di attività, che venivano a Santa Marinella, ora vengono da noi. Parlano di destagionalizzazione e di turismo e poi fanno scappare i turisti e non ampliano le offerte turistiche? Ora possiamo fare tutto legalmente e stiamo in un posto da sogno. Dobbiamo ringraziare la nostra forza di volontà ed un assessore che ci disse che era meglio se ce ne andavamo da questa città».
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