FABIO NORI

Ricordi tanti, belli e meno, che sono nati da una passione: fare il portiere. Cesidio Oddi ha 66 anni e quando ha iniziato ad indossare i guanti ne aveva 10.Si notava già , dopo che da Trasacco si era trasferito a Ladispoli, che aveva il Dna da portiere. La sua lunga carriera, da Palermo a Cremona, è stata ricca di successi e aneddoti. Uno, indimenticabile, è quando ha siglato una doppietta in Nocerina-Cagliari in serie C1.
Un portiere goleador.
«Segnai due calci di rigore quando indossavo la maglia della Nocerina, il 6 marzo del 1988. Nella gara contro il Cagliari, una partita molto importante per noi, il mister decise che avrei dovuto tirarli io. Al dischetto non ho esitato, perfetto nell'esecuzione da fare esplodere lo stadio. A Nocera se lo ricordano come se fosse ieri. È stato bello, emozionante».
Ma non finisce qui.
«Sì, ancora una volta, nel giugno del 1992, vestivo la maglia del Cerveteri. Ero agli sgoccioli della carriera, mi chiamò Ceripa a campionato in corso. Nello spareggio per non andare a disputare i playout a Vasto contro la Juve Stabia, calciai l'ultimo tiro dagli undici metri alla lotteria dei rigori. Beh, andò male, sbagliai il rigore della vittoria . Una delusione, ma ci poteva anche stare».
E la tua carriera com’è stata?
«Mi sono divertito, potevo fare di più se non mi fossi infortunato. A Palermo, nell'81 sfiorammo la serie A. Ero giovane ma promettente. Ero reduce da un infortunio, rottura di tibia e perone che hanno compromesso la mia stagione successiva a Bari. Così la mia carriera è divenuta altalenante, non potevo garantire il massimo di me. Ne ero consapevole, è andata comunque bene, mi sono tolte le mie soddisfazioni , giocando in molti club di C e B».
Dal passato al presente, chi è Cesidio Oddi?
«Una persona che si dedica a fare il preparatore dei portieri , soprattutto bambini. Mi piace crescerli, spronarli a fare bene. Dedico molto del mio tempo a loro, al Gabbiano Ladispoli. Certo, rispetto a quando giocavo io i tempi sono cambiati e sappiamo il perché. Non ci sono più le condizioni di una volta, i bambini sono alle prese con tante e diverse attrazioni. Allevarli non è cosa facile, ci vuole un’opera di convincimento forte. Io ci provo, fin quando avrò la salute per farlo vorrei continuare con loro. Sono la mia fonte di ispirazione, il mantra di questa bella passione».
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