GIAMPIERO ROMITI

Transizione ecologica, pensiero stupendo. Rivolto con sempre maggiore intensità a questo territorio – certo pure dai fumi delle navi e dagli “scarichi” delle auto, ci mancherebbe – seviziato soprattutto da oltre settanta anni dai combustibili fossili (siamo qui a ripeterlo per la millesima volta e non ci stancheremo mai). Pensiero stupendo quindi e non può non essere considerato tale quello che hanno avuto il vice presidente della Regione Lazio Leodori e l’assessora Lombardi. I quali, in collaborazione con Sapienza Innovazione, hanno elaborato un “Piano per la Transizione Ecologica di Civitavecchia”, che a detta dei due “affronta le prospettive di cambiamento nei suoi punti fondanti: polo portuale, approvvigionamento di energia, infrastrutture, ecosistema del cambiamento, turismo e poli produttivi”.

Niente male, che l’attenzione dell’establishment della Pisana si posi con insistenza (la registriamo ormai da mesi) sulla nostra città. La quale, pertanto, chiede che con urgenza si ogni essenziale notizia prenda la strada della concretezza e non resti una “fredda” presentazione poiché spesso succede che si tratti soltanto di un “manifesto” elettorale. Cosa si prefigge il suddetto Piano ? “Di essere utilizzato – spiegano Leodori e Lombardi – come strumento di confronto, di dialogo col territorio e di indirizzo per lo sviluppo di attività economiche orientate dalla decarbonizzazione, alla separazione tra prosperità e crescita economica, allo sfruttamento delle risorse naturali”. Beh, c’è davvero da sognare: auguriamoci di non fare un brusco risveglio e ritrovarsi con le solite chiacchiere. Comunque l’ambizioso elaborato verrà esibito il prossimo 7 Giugno nell’Aula Pucci alla presenza del sindaco Tedesco, dell’Autorità Portuale e del Rettorato Sapienza Università di Roma. L’incontro sarà naturalmente la ghiotta occasione per rendersi conto dello spessore di siffatto Piano e sarà aperto agli interventi delle associazioni ambientaliste e dei sindacati. Strano che sul palco degli illustri invitati, stando almeno al comunicato emanato, non figuri Magliani che dell’ambiente è responsabile del governo cittadino e che avrebbe avuto modo di esternare sulle condizioni ambientali esistenti il suo prezioso punto di vista. Che stranamente per quanto concerne l’argomento centrale (transizione ecologica) non c’è stato praticamente mai verso di conoscerlo.

A differenza del forzista Manuel Gregori che, per restare agli annosi problemi di inquinamento coi quali Civitavecchia quotidianamente è costretta a fare i conti, al recente meeting “azzurro” di Napoli ha sottolineato con forza la necessità di un futuro sostenibile e innovativo. “Per troppo tempo – s’è rivolto alla platea con brillante vigoria - Civitavecchia è stata alla mercé di chi l’ha considerata terra da sfruttare. Dalla centrale termoelettrica allo scalo marittimo di colpo la comunità civitavecchiese e del comprensorio è stata trasformata in serva dello Stato che per lungo tempo ha preferito anteporre interessi di parte alla tutela della salute pubblica”. Contributo energico e la domanda è un lampo fulmineo: riusciremo mai ad ascoltarne uno di simil robustezza dal responsabile dell’ambiente della Giunta ? Restando in tema di transizione ecologica, come è consuetudine della presente rubrica, registrare quel che succede lontano da questa latitudine ha il suo bravo perché. Nel senso che viene espressa in maniera sempre più stringente la voglia di ricorrere alle rinnovabili. E il sito Today (13 Maggio) fa sapere che: “la centrale eolica d’Europa da 135 miliardi sorgerà nel mare del nord e vede impegnati 4 paesi UE , Germania, Olanda, Danimarca e Belgio. L’obiettivo di tal max parco eolico offshore è la produzione di idrogeno verde”. E viene precisato: “non serviranno soldi pubblici, pronti fondi privati per il compimento”. Ed è quello che potrebbe accadere a trenta miglia dalla costa locale, se non fosse (a meno che non cambi la… musica) di avere appreso dal giornalista –conduttore Sigfrido Ranucci (Report, 18 Maggio) che: “C’è un gruppo di investitori che promette di realizzare impianti per 60 gigawatt, ma non ottiene permessi”.

Un po’ di sereno, tuttavia, spunta dalla secca epperò chiarissima dichiarazione del premier Draghi: “Puntiamo sulle rinnovabili” (Today, 13 Maggio). Promettente, financo, l’ad di Enel, Starace, che ha auspicato “ un deciso intervento sulla decarbonizzazione con conseguente chiusura delle centrali termoelettriche, in favore della costruzione di impianti energetici rinnovabili”. Ogni riferimento a Torre Valdaliga Nord non è puramente casuale ! E il telematico Rinnovabili.it” (26 Magggio) apre con il pezzo titolato: “Phase out del carbone, il G7 ci riprova”. Eppoi spiega: “L’abbandono graduale del fossile sarà completato entro il 2030 al più tardi. Ma solo quello “anabated” , mentre mix elettrici decarbonizzati si avranno entro il 2035”.

Dunque ? Ce ne è per tutti i gusti ( e magari anche per “masticare” perplessità), tuttavia il convegno del 7 Giugno si presenta come un’occasione da non perdere.

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