Don Ivan Leto*

Nel vangelo, Gesù presenta una requisito. Dice che chi ascolta la sua parola e la osserva, si mette in condizione non solo di essere un suo discepolo, ma diventa dimora di Dio. “Io e il Padre stabiliremo la nostra dimora presso di lui”.

Il dono dello Spirito Santo che Egli farà a Pentecoste, in noi è energia che ci fa crescere nella verità tutta intera. Questa azione dello Spirito santo comincia ben presto nella Chiesa come lo riferisce la prima lettura degli Atti degli Apostoli. Sorse un problema. I giudei, che si erano convertiti a Cristo, esigevano che i pagani passassero prima attraverso l’osservanza della legge di Mosè con tutti i suoi riti. Paolo e Barnaba evangelizzatori tra i pagani si opponevano decisamente a simile prepotenza. Si andò a Gerusalemme dai pilastri della Chiesa. Pietro, Giacomo e Giovanni e lì nel così detto Concilio di Gerusalemme si prese la decisione di non imporre la circoncisione ai pagani come preambolo dell’entrata nella Chiesa di Cristo.

Lo Spirito, iniziava la sua opera di liberazione dalle strutture superflue per condurre alla liberazione totale. Per Gesù conterà solo l’amore. Dio amore non solo illuminerà tutto il nostro essere ma, penetrerà nelle più intime fibre del nostro essere. Saremo “fotoni” di luce divina senza perdere la nostra identità umana. L’amore dei discepoli per Gesù deve superare le aspettative egoistiche di un regno mondano. Gesù, tornando al Padre, si congeda lasciando ai suoi il dono della pace.

Nell’ambiente giudaico, la pace non si riferisce solamente alla fine della guerra, ma ai beni messianici. La pace di Gesù è diversa dalla pace del mondo. Nemmeno la sua dipartita deve turbare quelli che credono in lui.

*Don Ivan Leto


parroco di San Gordiano


Diocesi Civitavecchia - Tarquinia