LADISPOLI - Anche ieri diverse pescherie del centro di Ladispoli erano chiuse. Questo perché a Civitavecchia i pescatori professionisti hanno protestato duramente in questi giorni contro il rincaro sui carburanti tenendo ferme le loro barche. Qualche “collega” del piccolo approdo ladispolano di Porto Pidocchio è rimasto a terra e alla fine ne ha risentito il mercato. A testimoniarlo il titolare della pescheria di via Duca degli Abruzzi. «Ho deciso di chiudere – racconta Natalino Civero – non avendo a disposizione il pesce fresco per la mia clientela. La maggior parte lo prendo lì e quindi non potendo servire nel migliore dei modi le persone più affezionate a noi, mi è parso giusto prendere la decisione più logica».

L’attività comunque potrebbe riaprire già domani anche perché da nelle ultime ore i pescherecci di Civitavecchia sono tornati in mare. A Porto Pidocchio tutto sommato si respira un clima diverso rispetto a Civitavecchia. Sul lungomare di via Marco Polo i soliti clienti sono stati accontentati. «Le nostre sono piccole imbarcazioni – spiega Simone Cianflone – e andando a benzina il disagio è decisamente minore rispetto alle paranze che dovrebbero fare rifornimento con un pieno a nafta visto che hanno motori più potenti dei nostri. I costi per i civitavecchiesi sono praticamente raddoppiati. Sia chiaro, anche per noi di Ladispoli non è che vada bene. La benzina è salita tantissimo come per tutti gli automobilisti perciò stiamo pagando di media 20 euro in più al giorno ed è tanto. Una situazione difficile da sostenere. Il Governo dovrebbe intervenire». I problemi dei pescatori ladispolani in realtà sono anche altri. Uno su tutti l’insabbiamento del fondale marino che in alcuni periodi impedisce le operazioni di alaggio e varo. Disagio che verrebbe risolto soltanto con la realizzazione dalle barriere soffolte in programma però nel 2023 con i soldi della Regione Lazio. Dal 6 novembre del 2016, giorno in cui una tromba d’aria devastò la costa, i lavoratori non possono contare nemmeno sui box spazzati via dalla furia venuta dal mare. Spiragli in futuro per un vero porticciolo anche se c’è scetticismo. «È dal 1971 che sento parlare di porto a Ladispoli – ammette Vincenzo Di Pinto – ma credo bisognerà attendere ancora parecchi anni». Tutto sarà più chiaro con l’approvazione del Piano di Utilizzo dell’Arenile che nei prossimi mesi potrebbe essere discusso in Conferenza dei servizi.