LADISPOLI – Il pasto da casa torna in vantaggio rispetto al servizio mensa. Il tutto grazie al Tar del Lazio che nelle settimane scorse si è espresso in materia. La Corte di Cassazione di Torino nei mesi scorsi si era pronunciata annullanto di fatto la sentenza della Corte di Appello che aveva aperto le porte al panino da casa in mensa. La Corte di Cassazione aveva puntato i riflettori, in particolar modo sul diritto soggettivo, spiegando che “un diritto soggetto perfetto e incondizionato all'autorefezione individuale, nell'orario della mensa e nei locali scolastici non è configurabile”. E proprio sul diritto soggettivo si era scatenata la battaglia, a Ladispoli, tra il dirigente scolastico della Corrado Melone e l'assessore alle Politiche scolastiche, Lucia Cordeschi. Quest'ultima soddisfatta del pronunciamento della Cassazione che metteva la parola fine a questa vicenda. Il primo invece che puntava i riflettori sul fatto che la Cassazione evidenziava che spetta alla scuola decidere. E alla Melone il consiglio di istituto aveva detto si, riconfermando quel sì anche quest'anno. Ora, dopo il botta e risposta pre inizio anno scolastico, a invertire nuovamente la tendenza c'ha pensato il Tar del Lazio, pronunciandosi contro una scuola di Albano Laziale che con il regolamento della scuola primaria non permetteva alle famiglie di far portare ai bambini il pasto “al sacco”. Il giudice Sapone, richiamando la sentenza del Consiglio di Stato 5156/2018 (che aveva detto sì al pasto da casa), “condanna la scuola (quella di Albano Laziale, ndr), ad adottare, senza ritardo, tutte le misure e gli accorgimenti di legge atti a disciplinare la coesistenza nel medesimo refettorio, di pasti di preparazione domestica e di pasti forniti dalla ditta comunale di ristorazione collettiva”. E così con questa nuova vittoria del panino contro il servizio di refezione scolastica, le porte della mensa della Corrado Melone si sono aperte anche a quei bambini che anche quest'anno mangeranno il pasto preparato a casa dai loro genitori. Inizialmente i tavoli dei piccoli “ribelli” (all'incirca trenta) erano stati posizionati all'interno della sala di refezione scolastica, ma lontani dal resto dei compagni di classe. Un problema per l'insegnante chiamato a vigilare su di loro. E così dopo le richieste del dirigente scolastico, la disposizione dei tavoli è stata modificata. I bambini col pasto da casa mangeranno seduti sì a un tavolo differente rispetto a quello degli altri, ma allo stesso tempo non saranno totalmente isolati dal resto del gruppo. Per quanto riguarda invece la pulizia dei locali, la Cir si occuperà di tutta la sala a eccezione della porzione utilizzata per il panino che sarà di competenza invece del personale scolastico.