CIVITAVECCHIA - Non c’è pace per l’interporto di Civitavecchia. Nata male e finita peggio, la piattaforma logistica locale ora - dopo la dichiarazione di fallimento dello scorso anno e le ultime vicissitudini romane dell’imprenditore Franco De Angelis, sulla carta sembrava aver trovato, nonostante tutto, nuovi solidi investitori, sull’asse Milano-Svizzera-Dubai. Ma i primi dubbi sono nati facendo una breve ricerca sui nomi degli imprenditori che dall’estate scorsa si sono presentati a Civitavecchia e non solo, con un «grande progetto di rilancio».

Dubbi che evidentemente sono sorti anche a palazzo del Pincio dove, l’altro ieri, secondo quanto riportato da alcune fonti del sindacato, in un incontro proprio sul futuro dell’interporto il sindaco Antonio Cozzolino ha senza mezzi termini minacciato di revocare la concessione alla società. Di più, al momento, il primo cittadino non ha voluto dire. Certo è che nel frattempo parlano i giornali. Da un lato quelli specializzati: è di lunedi scorso la notizia sul noto sito di settore ‘‘Ship2Shore.it’’ del nuovo acquirente della Icpl, la Geochem Logistics Srl, società formalmente costituita a Milano ad agosto e che ha un’unità operativa appunto a Civitavecchia, e con oggetto sociale servizi logistici relativi alla distribuzione delle merci escluso il facchinaggio.

«Di tale società - si legge ancora - con modesto capitale sociale (40.000 euro) e amministratore unico Sara Caravaggi, residente in Svizzera, sono soci Seasif Holding (99%), costituita a Nicosia (Cipro), e quindi a titolo personale, il titolare e fondatore di questa, l’Ing. F. F., che ha una quota simbolica (1%). Ship2shore elenca poi una serie di operazioni internazionali di cui F. F. sarebbe stato protagonista. Operazioni da qualche miliardo di euro soprattutto nel settore petrolifero e dei combustibili ‘verdi’.

Ora la nuova sfida: rilanciare in pieno la struttura  di Civitavecchia, che ha accumulato deficit notevoli nel corso degli anni: 21 milioni di euro di perdite e 56 milioni di euro di debiti. La scorsa estate, dunque, l’amministratore delegato di ICPL, De Angelis, aveva formalmente concluso l’accordo di collaborazione e sviluppo con la multinazionale di sede svizzera, che agiva nella fattispecie per mezzo della sua controllata Seasif Oil & Gas Limited UK.

Dunque da cosa nascerebbero i dubbi? Come si diceva prima, da qualche incidente di percorso dello stesso F. F., che lo scorso anno è stato inquisito dal pm romano Luca Tescaroli, insieme ad altre 4 persone della Seasif Group, per una presunta truffa legata alla costruzione di un grattacielo a Dubai, il «Donna Towers». Un affare proposto ad almeno sei romani (tanti sono i cittadini che lo scorso anno avevano sporto denuncia), ottenendo 158mila euro a cliente. Come? Proponendo appunto l’acquisto, sulla carta, del meraviglioso appartamento nel cuore di Dubai, all’interno del «Donna Towers». I problemi però sono sorti quando i truffati, dopo aver saldato, assegno dopo assegno, il conto con la Seasif Group si sono sentiti dire che i lavori del grattacielo non erano terminati e che quindi la rendita dell’8% e quella per l’affitto ancora non potevano versarla sul conto corrente del proprietario.

Una disavventura isolata nel deserto di Dubai? E che ne sarà ora di un’altra cattedrale nel deserto, stavolta civitavecchiese, la Icpl? A giorni avremo le prime risposte.