TARQUINIA - Sull’impianto per il trattamento dei rifiuti che il Consorzio Pellicano vuole realizzare in località Olivastro prende la parola Toni Moretti, responsabile Relazioni esterne e comunicazione del Consorzio. “A Tarquinia, in località Olivastro, si vuole realizzare un impianto che porti a compimento la gestione del rifiuto differenziato, attività che il Consorzio Pellicano svolge già da anni - afferma Toni Moretti - Attraverso il trattamento della parte umida rimanente con l’utilizzo di tecnologie che attraverso il trattamento anaerobico della stessa cattura il gas che viene utilizzato per la produzione di energia elettrica. È verità che le tecnologie di cui si parla sono ormai sperimentate e consolidate da tempo attraverso impianti collocati in Italia e nel mondo e che godono del favore di istituzioni e grandi, note e prestigiose associazioni ambientaliste di respiro mondiale. Che le emissioni  in atmosfera sono inferiori a quanto previsto dalla normativa e che ci si è resi disponibili ad un monitoraggio costante in tempo reale, è una verità scientifica. Che le acque prodotte, parti delle quali riutilizzate per il funzionamento dell’impianto e una piccola parte destinate al depuratore rientrano nella norma è un’altra verità scientifica e dimostrabile. Che con la parte solida che rimane trattata con sistema aerobico si produce un compost di qualità in virtù del trattamento a cui è sottoposta  e che la stessa non produce situazioni di criticità per la terra e per gli esseri umani è un’altra verità scientifica. Che  l’impianto è aperto a chiunque voglia a verificare, confrontarsi e soddisfare dubbi e curiosità col supporto di specialisti e tecnici dell’azienda. E che l’azienda segue scrupolosamente e con trasparenza tutte le norme e i dettati delle Istituzioni preposte e che produce corretta informazione  è una sua volontà  e una ulteriore verità.  Il dottor Baldi, i medici ISDE, Simona Ricotti, possono provare ciò che sostengono al di là delle teorie e delle ipotesi in maniera certa? O sono costretti per farsi credere di abusare del titolo professionale  inducendo la gente all’errore? Ma anche questa è solo una ipotesi”. “E’ singolare - dice Moretti - la tenacia con la quale, utilizzando metodi e tecniche che rendono labile il confine con la legalità, il baldo dottor Baldi, schermato dall’Associazione Bio Ambiente di Tarquinia e Alto Lazio nonché medico ISDE, che si badi bene non è un titolo nobiliare, persegue il fine di tentare di boicottare l’impianto che il Consorzio Pellicano vuole realizzare a Tarquinia. Tenacia che porta ad un ingiustificato allarme nella popolazione, alimentato dal cinismo con cui si sostengono teorie dove la verità scientifica assume il ruolo di una opinione che quando non è del tutto falsa è manipolata ed inserita fuori contesto. Viene da chiedersi quale è il fine ultimo. Il bene della popolazione? Del territorio? Ma si vuole bene alla popolazione quando la si terrorizza con le ipotesi di pericoli  per la salute che nella sostanza potrebbero essere poi paragonabili a quelli del motore della macchina che il dottor Baldi usa per andare al lavoro?”. “ Si è forse Baldi convertito all’uso del ciuco? – prosegue Moretti - Si vuole bene alla popolazione quando non la si educa a responsabilizzarsi sui problemi che essa stessa produce? Quando non la si educa a trovare soluzioni possibili ma soltanto al no, frutto di paure artatamente indotte? Si vuole bene al territorio quando cavalcando l’onda di tali paure si tenta di spogliarlo di significative opportunità economiche, occupazionali, di una, questa sì certificata, ricaduta positiva per l’ambiente?   Viene da chiedersi allora da quali interessi sono guidate queste persone o meglio se sono consapevoli di a chi fanno un “regalo”. Ormai è noto, le politiche che portano e producono emergenze fanno gli interessi di lobbie poco trasparenti che le sfruttano sulla pelle di quei cittadini, che in assoluta buona fede vengono maldestramente indotti alle scelte del no a tutto e a prescindere”. “E’ così che si creano – dice ancora Moretti -  quelle situazioni di stallo che sono il preludio dell’abbandono del territorio a se stesso nel migliore dei casi se non prevale i malaffare. Ma come, c’è una soluzione naturale, il compostaggio aerobico che tradotto significa: lasciare putrefare i rifiuti al sole. Ma vi immaginate far decomporre i rifiuti di una città già di quindicimila abitanti, o di trentamila o di sessantamila? La Puzza?”