IDopo aver trionfato sui palcoscenici più prestigiosi d'Europa arriva domani sera alle 21 alle Terme di Traiano la Compagnia statale russa di balletto I cosacchi del Don con uno spettacolo acrobatico. Lo spettacolo rientra nel progetto Musica estate, finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Civitavecchia e proposto all'interno del cartellone estivo del settore Cultura e Spettacolo del Comune. Nati nel 1981 a Stavropol, diretti da Ivan Gromakov e accompagnati dal tenore solista del Coro dell'Armata russa Serghei Kajatskij, 20 ballerini professionisti, provenienti dalla scuole migliori della Russia, si esibiranno in un vortice di danze sorprendenti che evocano la storia avventurosa dei cosacchi del Don, del Caucaso del nord e del Volga. Con i loro salti mortali, le giravolte al limite delle possibilità  umane, i duelli con le spade e le sfide funamboliche,Ihanno lasciato il pubblico di tutto il mondo con il fiato sospeso e ammirato dall'inesauribile forza atletica e il grande talento dei ballerini. Di grande effetto la danza hapiori, con le picche maneggiate dai solisti e la danza dei cosacchi per l'arte sopraffina di maneggiare le armi bianche. Particolarmente spettacolare, e nello stesso tempo ironica, la coreografia dei cosacchi liberi che rievoca un episodio del XVII secolo, quando i cosacchi scrissero una famosa lettera provocatoria a un sultano che, stanco delle loro incursioni, aveva dato loro un ultimatum. Mito e storia, dunque, si intrecciano in questo spettacolo. Una leggenda narra infatti che c'era un tempo in cui gli uomini potevano volare, fluttuare agili e leggeri sopra la terraferma. A farli volare era il senso d'orgoglio per il loro lavoro e la gioia per ogni tesoro racchiuso nella propria terra. E dopo ogni volo volevano tornare, per renderla sempre più bella. Ma i cosacchi sono anche quel popolo temerarioIche, perseguitato dalle varie dinastie degli Zar e pur costretto a emigrare in Turchia nel 1740, ha però sempre difeso l'impero dagli attacchi dei tartari, dei turchi e dei polacchi, per essere deportato durante il periodo stalinista. Quel popolo che ha conquistato la Siberia che, primo in Europa, si è spinto fino allo stretto di Bering e che è stato il fiero protagonista delle rivolte descritte da Puskin, Marx, Dumas, Gogol' e Tolstoj.