CIVITAVECCHIA - Silenzio e amarezza. Il duro intervento in tackle del consigliere Riccardo Sbrozzi ha lasciato il segno sull’assessore allo sport Roberto Petito. Il chiaro invito alle dimissioni e le accuse di aver fatto poco o nulla durante il suo mandato, facendo rimpiangere - secondo l’esponente del Pdl - Fulvia Fanciulli, sono state parole pesanti come macigni alle quali l’ex ciclista non ha voluto rispondere. Si è rifugiato dietro un garbato «no comment», motivatondolo con la volontà di voler avere un confronto con il sindaco Moscherini prima di replicare (eventualmente) al consigliere che fa comunque parte della maggioranza. «Il mio referente - ha spiegato Petito - è il primo cittadino ed a lui e solo a lui mi rapporto». Proprio Moscherini a questo punto diventa l’ago della bilancia: leverà lo scudo davanti all’assessore scelto facendo una vera e propria forzatura visto che l’ex corridore non aveva copertura politica oppure dovrà sacrificarlo alle logiche di maggioranza? Al rush finale del suo mandato il Sindaco si ritrova tra le mani una patata bollente proprio nel settore, che proprio di recente aveva (finalmente) goduto del suo interesse ed aveva visto avviare un progetto ambizioso quanto importante come quello legato alla cittadella dello sport. Ciò che sta di certo - ed è un vero peccato che associazioni e sportivi locali abbiamo perso l’ennesima occasione... - è che le critiche a Petito da parte di Sbrozzi siano state pesanti quante ingenerose. Considerando che da anni per lo sport non ci sono fondi più che un attacco mirato a Petito andava eventualmente fatta una critica alla figura in sé dell’assessore allo sport. Una figura praticamente inutile senza fondi da gestire. Cosa che comunque non ha impedito all’attuale assessore di riuscire a diventare un punto di riferimento sia per il suo passato di campione sia per la predisposizione a mettersi a disposizione alternando bastone e carota (vedi la questione palasport o il braccio di ferro con il Civitavecchia) ma anche nel dare la considerazione dovuta ai campioni, quelli veri, che la città esprime. Un assessore che con i mezzi a sua disposizione di più non poteva fare. E questo è sotto gli occhi di tutti e sarebbe il caso che lo sport civitavecchiese avesse il coraggio di dirlo.