CIVITAVECCHIA – Un anfiteatro naturale che si affaccia sulle antiche Terme Taurine, piscine panoramiche che sembrano fondersi con la storia e la natura, sostenibilità ambientale, tecnologie all’avanguardia e un modello economico capace di attrarre turismo, creare occupazione e far crescere il territorio. Questo – in sintesi – il cuore della visione presentata ufficialmente dalla Famiglia Sensi, proprietaria delle Terme dei Papi di Viterbo, insieme allo Studio Apostoli e a Federterme, durante l’incontro pubblico dedicato al “Nuovo Parco Termale di Civitavecchia”.

Una visione suggestiva e concreta, illustrata attraverso un masterplan ricco di dettagli, che punta a trasformare un’area oggi agricola – eppure a ridosso del sito archeologico delle Terme Taurine – in un polo d’eccellenza per il benessere e il turismo internazionale. Un’idea che, come ha sottolineato Alessandra Sensi in apertura, «è solo il primo passo per fare di Civitavecchia una vera meta turistica termale». Con un chiaro intento: «Mai da soli, ma insieme a chi in questo territorio crede davvero».

Il progetto, firmato dall’architetto Alberto Apostoli – tra i massimi esperti internazionali di wellness design – si fonda su quattro principi chiave: valore culturale, interesse pubblico, innovazione tecnologica e sostenibilità. «Ci troviamo in un luogo straordinario – ha spiegato – che coniuga storia e natura. L’intervento sarà rispettoso, integrato, e non prevede scavi: le vasche saranno incastonate nel terreno scosceso, quasi a ricalcare i gradoni delle antiche terme». Ulivi, vigne, vegetazione autoctona, materiali selezionati in accordo con la Sovrintendenza: ogni dettaglio punta all’armonia con il contesto, mentre tecnologie green, sistemi di recupero idrico e impianti fotovoltaici garantiranno un impatto ambientale minimo.

Dal punto di vista tecnico, il parco termale si estenderà su oltre 4.000 metri quadrati e sarà suddiviso in quattro aree tematiche: Mediterraneo Mare Nostrum, Le province d’Oriente, Il Grande Nord e Roma Imperiale, ognuna con elementi architettonici e sensoriali ispirati alle rispettive aree. Verranno realizzate 14 vasche termali, per una superficie totale d’acqua di 1.440 metri quadrati, a cui si aggiungono plateatici e solarium esterni per il relax, aree ristorative, zone lounge e spazi per eventi. Il cuore dell’edificio sarà dedicato al benessere e alla cura del corpo, con una SPA attrezzata con sauna, bagno turco, grotta termale, sale per trattamenti e massaggi, oltre a un’area medicale destinata a percorsi di prevenzione e riabilitazione. Sono previsti anche 300 posti auto e moto, a servizio dei visitatori, e la piantumazione di nuove alberature e oltre 500 essenze mediterranee per rafforzare l’integrazione paesaggistica e la biodiversità.

Il presidente di Federterme, Massimo Caputi, ha elogiato il progetto come «bellissimo, strategico, e traino per la destagionalizzazione turistica», mentre il geologo Dario Tufoni ha illustrato i dati tecnici sulla portata della sorgente termale: 55 litri al secondo emersi in fase di collaudo, e 25 già stabilizzati per la richiesta della concessione mineraria ottenuta recentemente da parte della Regione Lazio. 

A sottolineare il valore economico e imprenditoriale dell’iniziativa è stato anche Giuseppe Biazzo, presidente di Unindustria: «Un orgoglio avere nella nostra associazione una realtà solida come quella dei Sensi. Questo progetto è perfettamente coerente con il nostro piano per lo sviluppo del territorio».

Più cauto, ma non meno interessato, l'intervento del sindaco Marco Piendibene, presente in platea con esponenti dell’amministrazione, cittadini e professionisti. Il primo cittadino ha evidenziato la necessità di un accordo procedimentale per superare l’attuale destinazione agricola dell’area, eredità di una variante urbanistica che nel 2008 lasciò fuori proprio quella porzione di terreno, così come il parco archeologico. «Dobbiamo lavorare insieme – ha detto – per dare un valore pubblico a questa operazione e accelerarne l'iter. Noi, intanto, abbiamo destinato 400mila euro alla ristrutturazione dei pozzi termali comunali e stiamo conducendo indagini sul bacino idrico e sulla qualità delle acque, anche in vista del nostro progetto parallelo». Complementarietà, dunque, è la parola chiave: «Passare da una struttura all’altra attraversando il parco archeologico potrebbe essere un’esperienza unica al mondo».

Ma per Fausto Sensi di problemi, in questo senso, non ce ne sono. E ricordando come troppo spesso i tempi amministrativi non vadano a coincidere con quelli dell’impresa, ha sottolineato convinto: «L’acqua c’è e ci sarà per tutti: il Lazio è una regione ricca di sorgenti termali. Quello che serve è una visione e la volontà di metterla in pratica. Noi stiamo osando, e vorremmo che anche altri imprenditori, pubblici e privati, lo facessero. A Civitavecchia ci sono potenzialità infinite: chiediamo un cronoprogramma chiaro, con scadenze precise».

Il Nuovo Parco Termale – che si estenderà su circa 26.000 metri quadrati – prevede anche il restauro del Casale dei Bagni, dove sorgeranno le aree indoor. Un progetto che vuole essere un "ponte tra passato e futuro", come lo ha definito l’architetto Apostoli, e che ora attende il passo decisivo: quello della concretezza, per realizzare quello che si presenta come un unicum: un parco termale con vista mozzafiato sulle antiche terme dei romani.