PHOTO
La situazione dei pendolari è invivibile e la segretaria generale della Cisl di Viterbo, Elisa Durantini, chiede l’attivazione di tavoli di monitoraggio.
«Era l’ormai lontano 2021, quando venne data la notizia che Orte avrebbe ospitato due fermate dei treni ad alta velocità - ricorda Durantini - e veniva in quell’occasione anche annunciata la partenza del progetto di raddoppio della ferrovia Roma-Viterbo, la possibile riapertura della cosiddetta “Ferrovia dei due mari” (Civitavecchia-Orte) e dei necessari lavori per adeguare a livello tecnologico ed infrastrutturale l’altra ferrovia del viterbese, la Roma- Civita Castellana-Viterbo. Si sarebbe venuto così a creare il famoso anello ferroviario provinciale, la cosiddetta “Circumcimina”, che avrebbe rappresentato un formidabile volano di sviluppo per la nostra terra, rilanciandone investimenti e progetti connessi, potenziando tutto il settore del trasporto merci, attirando turismo e soprattutto rendendo più vivibile la vita per le migliaia di cittadini e studenti pendolari che ogni giorno scelgono il treno per viaggiare in tutto il centro Italia, soprattutto da e verso Roma. Di questo scenario da sogno, possiamo dire che ben poco si sia concretizzato”.
La segretaria generale della Cisl ricorda che la delibera dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti, che comporta a partire dal 1° gennaio 2026 il divieto per i treni regionali di utilizzare la linea veloce e che, secondo recenti comunicazioni di RFI alla regione Umbria potrebbe addirittura essere anticipata a dicembre 2025. Uno scenario che «assume per le nostre Regioni connotati di inaccettabile gravità - dice Durantini - con impatti socialmente ed economicamente insostenibili».
La segretaria della Cisl sottolinea che pendolari del territorio “già vivevano una situazione critica, con treni che subivano variazioni, gravi ritardi e cancellazioni per vari guasti e problemi che si verificavano giorno dopo giorno sulle tre linee ferroviarie. Informazioni inesistenti, impossibilità di recarsi al lavoro, all’Università o negli ospedali della Capitale garantendo quotidianamente la necessaria puntualità, treni obsoleti e condizioni di viaggio fatiscenti, ad oggi si aggiunge la chiusura durante i mesi estivi di due tratte della ferrovia Roma-Civita Castellana-Viterbo per lavori di rinnovo della trazione elettrica e di raddoppio di una parte della linea, e la parallela chiusura di parte della Roma-Orte-Viterbo per l’installazione del nuovo sistema di segnalamento Ertms. Una situazione divenuta invivibile - dice Durantini - per i tanti utenti a cui, oltre al danno di un servizio inesistente, si è aggiunta la beffa dell’aumento del prezzo dei biglietti integrati giornalieri e settimanali a partire dal 1° luglio scorso».
Nel ricordare che la Regione Lazio, insieme ai rappresentanti delle istituzioni della provincia, «si stanno dando da fare, di concerto con le istituzioni dei territori attraversati dalle ferrovie “incriminate”, per fare pressione per mantenere almeno gli attuali livelli di servizio e le attuali tracce orarie sulla direttrice “Direttissima” della ferrovia Roma-Orte-Viterbo», la Cisl chiede «l’attivazione di tavoli di monitoraggio a cui partecipare per portare la voce delle migliaia di utenti e dei lavoratori che stanno facendo le spese di questa triste situazione».
«Con una transizione energetica in corso - conclude Durantini - la necessità di far riemergere la provincia viterbese dall’isolamento strutturale che l’attanaglia da sempre, e la necessaria sensibilità su temi quali la sostenibilità ambientale ed il riscaldamento climatico, riteniamo che la “cura del ferro” sia l’unica strada da percorrere, e riteniamo che anche in questo caso, come sempre, l’unica strada da percorrere sia quella dell’unione».