di TONI MORETTI



CERVETERI - Un Natale di apprensione  quello che si profila per i dipendenti del punto vendita Coop di Cerveteri, tanto che sfocia ieri, in uno sciopero annunciato da tempo, infatti era stato programmato per il 13 dicembre poi rimandato a ieri appunto, per protestare per il fatto che la sede aveva annunciato esuberi che è significato ricorrere alla cassa integrazione e che avrebbe avviato quelle persone verso il licenziamento. Ad oggi, per comunicazione della cooperativa Unicoop Tirreno,  sembra che tali esuberi non ci siano più, ritenendo lo sciopero una reazione eccessiva alle criticità emerse. Ma i lavoratori non si fidano. Hanno consolidato, sulla base della loro esperienza e della conoscenza dei meccanismi della grande distribuzione e si rammaricano del fatto che anche la loro cooperativa, “alla faccia dei principi e dei valori della cooperazione”, come dice qualcuno di loro, abbia preso la china della risoluzione dei problemi aziendali utilizzando nuove quanto discutibili metodi di sfruttamento attraverso tagli, chiusure di punti vendita e l’impiego, in questo caso si deve parlare di sostituzione, di forza lavoro attinta da cooperative interinali, diversamente pagate al ribasso rispetto ai contratti vigenti e senza diritti rispetto a quelli garantiti con i vecchi contratti di lavoro. 

«Come sempre, tutto ricade sulle spalle dei lavoratori - afferma il coordinatore della Cgil – Filcams per il litorale Gianni Gargiulli che spiega – Fatalmente, quello che era soltanto un sospetto si è palesemente dimostrato in questa occasione. Infatti, nonostante la legge preveda non si possa fare quando uno sciopero è stato annunciato, i lavoratori in sciopero sono sostituiti da lavoratori assunti per quattro giorni da cooperative interinali». Ma la crisi della Coop che origini ha? Risponde sempre Gargiulli: «La Coop si reggeva su due settori portanti: Il prestito sociale, forma di autofinanziamento coi soci-clienti  che investivano prestando a Coop parte dei loro risparmi in cambio di un interesse, che rappresentava il sostegno finanziario e la parte puramente commerciale, punti vendita, piattaforme logistiche di distribuzione e personale relativo. Quello finanziario era sempre attivo ed è stato determinante, quello commerciale accusava delle perdite. Successe che la Banca d’Italia chiese la copertura del settore del prestito sociale che fu coperto da un prestito di centosettanta milioni di euro coperti dal patto di mutualità delle cooperative che di fatto diede vita ad una cooperativa a responsabilità limitata  che entrata in quota Coop Tirreno, determinò nei fatti la gestione del ramo commerciale. L’inadeguatezza di un management nuovo, non proveniente dalla cultura della GD che non ha prodotto ancora un vero piano industriale di risanamento ma continua a navigare a vista, ha aggravato la situazione. Ma i lavoratori la loro parte la hanno fatta. L’accordo  sottoscritto dalle organizzazioni sindacali ha consentito un risparmio importante ora rimane soltanto tanta preoccupazione».

Il sindaco Pascucci esprime in una nota tutta la sua vicinanza ai lavoratori Unicoop e del punto vendita di Cerveteri che in queste ore sono in sciopero per tutelare il proprio posto di lavoro, pur stigmatizzando le difficoltà del momento, non trascura cosa comporterebbe la chiusura della Coop per l’economia della città, concludendo: «Per quanto possibile, nelle mie funzioni da Sindaco, offro sin da ora la più completa disponibilità ai lavoratori del punto vendita di Cerveteri affinché si possa giungere quanto prima ad una situazione di tranquillità, per loro e per le loro famiglie».