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LADISPOLI - In tutta Italia è conosciuta come la Festa del papà, fatta di lavoretti a scuola da parte dei più piccini e dolci da condividere e gustare con uno dei pilastri della propria famiglia: il papà.
Si tratta della festa di San Giuseppe, il papà per eccellenza per la religione cattolica.
Una figura, la sua, che in altre realtà locali è invece più che un papà. È un “padre”, o meglio il “padre”, il Santo Patrono.
E tra le città del litorale che hanno elevato la figura del papà per eccellenza a Santo Patrono c’è anche Ladispoli. Ma perché proprio San Giuseppe?
Sebbene in altre realtà il legame tra il Patrono e la città a cui è legato ha dietro delle storie, dei miti, a sostenerlo, a Ladispoli, tutto sembrerebbe essere molto “più semplice” da spiegare.
«Nel 1938 - spiega l’ex sindaco Crescenzo Paliotta - furono le suore agostiniane, la prima realtà religiosa in città, ad avere l’idea di proclamare San Giuseppe a Patrono e questa loro idea fu accettata dall’autorità di Civitavecchia».
Ma perché, tra tanti Santi proprio lui? «Forse per quello che era il tessuto sociale ladispolano in quel periodo», prova a spiegare l’ex primo cittadino. Si tratta ovviamente solo di una ipotesi basata sul tessuto sociale di quegli anni, quando Ladispoli «viveva da giugno a settembre di turismo». E per il resto dell’anno? «Uno dei mestieri principali era quello dell’artigiano». E allora chi meglio di San Giuseppe, che oltre a essere il papà per eccellenza, è anche il falegname, l’artigiano per eccellenza, a diventare il Santo protettore della città balneare?
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