CIVITA CASTELLANA - «Relativamente alla posizione del vescovo emerito, monsignor Romano Rossi, la Diocesi di Civita Castellana ha cura di comunicare che le ricostruzioni giornalistiche appaiono palesemente parziali e decontestualizzate. Tutto questo concorre a gettare ombre e sospetti sulla persona e conduce a conclusioni errate circa possibili responsabilità del presule nella vicenda di Trevignano Romano».

Così, in una nota , la Diocesi civitonica, che aggiunge: «Si ritiene, pertanto, di dover sottolineare invece che il modus agendi et operandi di monsignor Rossi sia stato corrispondente a quello del buon pastore che ha cura di tutte le persone affidate al suo ministero episcopale».

Un intervento che, evidentemente, la Curia ha ritenuto necessario dopo che, in alcuni servizi giornalistici, era uscito un ritratto che metteva in dubbio proprio l’operato del religioso. Quello che gli è stato contestato è l’aver celebrato una funzione religiosa con la sedicente veggente Gisella Cardia al suo fianco sull’altare. «E’ come se avesse dato l’approvazione», hanno commentato alcuni. Lui stesso, tuttavia, aveva dichiarato: «Mi era stata chiesta l’autorizzazione di ritrovarsi una volta alla settimana per la recita del rosario e non poteva certo oppormi», ma, aveva specificato, c’era «il sì alla recita del rosario non alle presunte lacrime».