Inattesa sconfitta per il Civitavecchia, che incide nella lotta per la conquista della serie D, ma anche nel calderone salvezza. Al Tamagnini i nerazzurri vengono battute per 2-1 dal Nettuno, con la classica dura legge del gol. La squadra di Caputo chiude dentro gli ultimi 30 metri i verdeazzurri, che in ripartenza segnano le reti che consegnano la vittoria. Riavvolgendo il nastro, mister Caputo, squalificato, con Claudio Belli a sostituirlo in panchina, si presenta con Sarracino tra i pali, Serpieri e Fatarella centrali di difesa con Tiberi e Gravina ad agire sulle fasce. Duo di centrocampo solito, Proietti e Hrustic, pronti a innescare Samuele Cerroni e Vittorini lì davanti a tutti con l’aiuto di Gagliardi e Luciani. Sull’altro fronte Neroni opta per Alfieri tra i pali, poi in rigoroso numero di maglia Ronci, Valentini, Pallocca, Scardola, Santese, Veroni, Cioè, Njie, Porcari e Sbordone. L’idea di quanto visto all’andata è di monito. Solo grazie a una ripresa a spron battuto i tre punti erano andati ai neroazzurri. La Vecchia lo farà per settanta minuti ma non sarà sufficiente. Pronti e via e la prima fiammata è neroazzurra, cross dalla sinistra con il colpo di testa di Vittorini che va a lato. Al 12° una conclusione di Luciani lambisce la traversa nettunese per il primo vero brivido di giornata. Sull’altro fronte, intorno al quindicesimo, serve invece un super Fatarella per anticipare Sbordone. Il canovaccio è il solito al Tamagnini, i nerazzurri tanto possesso mentre gli ospiti sono quasi tutti dietro la riga del pallone e pronti a ripartire in contropiede. Un colpo da biliardo porta avanti gli ospiti, Sbordone arriva fino sul fondo per servire all’altezza del dischetto Cioè: piatto e palla alle spalle di Sarracino. È il ventesimo. La Vecchia da lì in avanti alza il baricentro, mette più intensità sul terreno di gioco e porta il Nettuno fisso nella propria metà campo. Ne nasce un gol annullato a Vittorini per fuorigioco e un cross tagliato in area che, per poco, non porta gli ospiti ad un autogol. Il gol è nell’aria e al ventisettesimo ci pensa Luciani a rimettere tutto in gioco, un tiro a giro sotto il sette che lascia Alfieri di sasso. Uno a uno. In una delle rare sortite offensive il Nettuno mette i brividi ai presenti, il tiro a giro di Sbordone quasi accarezza l’incrocio. Ma è un fuoco di paglia, il Civitavecchia c’è e poco dopo con Luciani, ancora una bordata la sua, va vicinissimo al raddoppio con il suo fendente che fa la barba all’incrocio. Il Nettuno è praticamente schiacciato dietro ma una delle occasioni più propizia capita a lei nel finale, contropiede e palla a Sbordone che defilato sulla sinistra, davanti a Sarracino, vede la sfera infrangersi sull’estremo difensore civitavecchiese. Salva risultato il suo intervento. Sull’altro fronte in pieno recupero è invece un mix palo-Alfieri a dire di no a Gravina. Uno a uno e tutti negli spogliatoi, con la ripresa che dovrà essere giocata come gli ultimi trenta minuti. Sei minuti della ripresa e serve che si immoli Santese quasi sulla riga per non permettere a Vittorini di esultare; salva risultato il suo intervento. Buono il ritmo dei neroazzurri in avvio. Alfieri è protagonista al decimo, prima respinge il tiro di Proietti e poi quello di Cerroni Samuele. Il pubblico spinge i neroazzurri, anche quest’oggi è nutrita la presenza in tribuna. Cambio doppio sulle fasce per la Vecchia, Mancini e Funari per Tiberi e Gravina. Dopo due minuti Funari fa gridare al gol sugli sviluppi di un corner, ma c’è anvora Alfieri a dire di no. Il Nettuno fino ad ora ha prodotto veramente poco in questa ripresa, la gara la conduce la Vecchia. Vittorini al ventiduesimo scalda le mani ad Alfieri che si distende all’angolo basso per respingere; fino ad ora ha parato praticamente tutto quanto era possibile. Il gioco del calcio è qualcosa di unico, completamente astratto visto che sull’altro fronte, dopo tanta sofferenza e venti metri di baricentro massimo, Ronci nel l’unica sortita degli ospiti brucia Sarracino dando il vantaggio ai suoi. Un fulmine a ciel sereno. Il Nettuno difende con tutti gli effettivi, un pullman davanti all’area, con i neroazzurri che attaccano a testa bassa ma che non basta per ribaltare il risultato. La formazione di Caputo protesta a due dalla fine per un fallo su Funari in area, ma Bassoli non è d’accordo. Non basta il forcing finale, quattro il recupero, la Vecchia perde immeritatamente e ora si fa veramente ostica la ricorsa. La classifica piange: Anzio a +6 e Boreale a +5 a quattro giornate dal termine. «Non ho niente da rimproverare ai ragazzi - afferma mister Paolo Caputo - è stata la classica giornata dove non avremmo segnato neanche con le mani. Abbiamo provato tutto quello che potevamo fare ed abbiamo dovuto rischiare. Alla fine l’abbiamo pagata chiara. Non ci resta che metterci alle spalle questa domenica amara riprendere in mano il nostro campionato, anche in attesa di quello che potrebbe accadere con il caso Giordani».

©RIPRODUZIONE RISERVATA