SANTA MARINELLA – La notizia rimbalzata dalla Regione Lazio, dove è stato deciso di “cacciare” dalle botteghe artigianali del castello di Santa Severa tanti piccoli imprenditori, che avevano fatto delle loro attività una delle tante bellezze storiche da vedere, ha fatto saltare dallo scranno più alto del consiglio comunale anche il sindaco Pietro Tidei. Ieri, quindi, è nata una sorta di unione politica tra la maggioranza, le opposizioni e i cittadini, per dichiarare guerra alla giunta di Francesco Rocca. «Siamo pronti alla mobilitazione per salvaguardare il castello di Santa Severa – annuncia a gran voce il sindaco - è vero che potrebbe essere in atto un tentativo di privatizzazione del maniero, ma l’appello ad una presa di coscienza e a una mobilitazione, non può essere rivolto solo al sindaco o all’amministrazione comunale già da tempo impegnata su questo fronte, bisogna richiamare la Regione Lazio, che è proprietaria del bene monumentale e la giunta del presidente Francesco Rocca, alle sue precise responsabilità». Nei giorni scorsi la leader della lista Coalizione Futuro Clelia Di Liello, capogruppo della minoranza di sinistra era intervenuta in tal senso e la risposta di Tidei è abbastanza ferma. «Finalmente vedo che anche altre forze politiche hanno deciso di prendere posizione per chiedere maggiore chiarezza sul futuro del castello - spiega il primo cittadino - visto che il sottoscritto sono mesi che cerca di avere un incontro con l’assessore al patrimonio Fabrizio Ghera, in modo da poter arrivare, in tempi brevi, al rinnovo della convenzione tra Comune e Regione per la gestione di tutte le attività culturali e museali. Ricordo infatti che il Comune è proprietario all’interno del maniero di ben tre musei. Al momento, invece, la situazione è di assoluta incertezza e il Castello appare abbandonato a se stesso». «Perchè la Regione non rinnova il contrattato di gestione di questo bene alla sua società partecipata LazioCrea? – si domanda Tidei - abbiamo appreso che tutte le botteghe artigiane che da oltre venti anni rappresentano una peculiarità e un punto di attrazione del borgo medievale dovranno chiudere, inderogabilmente oggi». Da quanto è trapelato, infatti, sembra che saranno aumentati gli spazi utilizzati come camere per l’ostello e sarà realizzato un nuovo ristorante esattamente dove oggi si trova una bottega di ceramica in una struttura dove sarebbero già presenti i locali da adibire a cucina. «Ora non vogliamo credere che si stia pensando di vendere a privati il castello – spiega il sindaco - come propose un'altra presidente regionale di centrodestra, Renata Polverini. Eventualità nefasta che fu evitata anche grazie ad una vera e propria mobilitazione del Comune, le associazioni e i cittadini. E’ indubbio però che stiamo assistendo ad un fenomeno molto preoccupante. Si sta dando sempre meno spazio alle attività culturali a favore di uno sviluppo e utilizzo prettamente commerciale del castello, che rischia di divenire una specie di resort di lusso. Ora credo sia legittimo avere delle risposte e di sicuro non attenderemo inermi che un polo culturale, ricco di storia arte e archeologia, peraltro di rara bellezza, che ricade nel nostro comprensorio comunale, venga trasformato solo in una struttura ricettiva d’elite”. “Credo – conclude Tidei - a questo punto che sia anche importante non disperdere le energie che andranno indirizzate in un’unica direzione, scongiurare una privatizzazione del castello e ottenere subito risposte della giunta regionale».

©RIPRODUZIONE RISERVATA