CIVITAVECCHIA – «Apprendiamo dalla stampa che entro il mese di settembre 2023 inizieranno i lavori delle palazzine Ater di Via XVI Settembre».

Lo dice il Comitato inquilini via XVI Settembre che interviene sull’annosa vicenda rivolgendosi ai vertici dell’ente di via Don Milani.

«Ancora un annuncio – continuano -, l’ennesimo da parte di Ater. Abbiamo conservato le copie dei giornali con le tante date diverse di dichiarazioni di inizio lavori che si dovevano realizzare con il bonus ristrutturazioni, poi con fondi propri, poi con il 110%, infine sembra con i fondi del PNRR. Intanto sono trascorsi vergognosamente 4 anni e mezzo dallo sgombero del palazzo Ater di via XVI Settembre 23 avvenuto nel maggio 2019 e il Palazzo non è crollato e i lavori a tutt’oggi non sono ancora iniziati. 13 famiglie sfrattate frettolosamente dalle loro abitazioni centrali, deportate in quartieri periferici, sradicate dalle loro abitudini, dai loro punti di riferimento, la parrocchia, il mercato, il vicino di casa. I mobili, gli effetti personali e i ricordi di una vita addirittura in un magazzino di Pomezia in condizioni che a distanza di anni possiamo immaginare. Chi sarà chiamato a pagare per questo che è ancora un vero e proprio dramma? Due assegnatarie di 86 e 88 anni ancora vergognosamente alloggiate presso un residence a 3km dal centro, gli altri sistemati dopo vari traslochi in piccoli alloggi Ater temporanei e periferici a San Liborio e Campo dell’Oro. Poi ci sono gli assegnatari del civico 19: pur essendo secondo Ater il palazzo poco sicuro e da demolire come il civico 23 gli assegnatari non sono stati sfrattati ma sono rimasti all’interno delle loro abitazioni fino a pochi giorni fa. Tutti hanno avuto una comoda abitazione con i propri mobili in zona centrale, senza dunque allontanarsi dal quartiere dove hanno vissuto per decenni, abitazioni per le quali Ater paga anche 1000 euro al mese. Quindi da una parte ci sono gli assegnatari del civico 23 da oltre 4 anni fuori di casa, isolati in zone periferiche, alcuni con più traslochi alle spalle, con due ultraottantenni ancora in Hotel, altri in alloggi temporanei e quasi tutti senza i propri mobili; dall’altra parte ci sono gli assegnatari del civico 19 appena usciti di casa, sistemati tutti in comode abitazioni centrali con i propri mobili e gli effetti personali. Senza voler scatenare una guerra tra poveri chiediamo al Commissario Fasoli di intervenire immediatamente per sanare questa incresciosa e vergognosa disparità di trattamento convocando ogni singolo assegnatario del civico 23 per capire le necessità e le difficoltà e nel caso reperire un’abitazione dignitosa nel patrimonio Ater o sul mercato immobiliare come è stato fatto per gli assegnatari del civico 19».

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