«Lo scorso 3 novembre si è tenuto un incontro con il prefetto di Viterbo, durante il quale sono stati illustrati una serie di problemi del Carcere di Mammagialla. Oggi (ieri ndr) abbiamo inviato una nota illustrativa dettagliata nel merito anche ai vertici dell’amministrazione penitenziaria». E’ quanto fa sapere Mauro Bernabucci, segretario provinciale Uspp di Viterbo. Le problematiche sono note: carenza di personale e sovraffollamento.

«Purtroppo - dice il segretario provinciale Uspp - la carenza di poliziotti penitenziari ad oggi supera le 100 unità e a questi aggiungiamo altri 46 assenti da molto tempo anche per lesioni subite in servizio negli ultimi mesi. C’è una popolazione detenuta che ha superato quota 630 presenze molti legati a problematiche di violenza continua nei confronti del personale di polizia penitenziaria al carcere di Mammagialla, oltre che già autori di stessi atti in altre sedi della regione Lazio».

Un dato fortemente preoccupante, se consideriamo che anche nella regione Lazio, tale numero detenuti sta aumentando a vista d’occhio superando quota 6400 presenze rispetto ai 6300 presenti fino al mese scorso. Nel merito interviene Daniele Nicastrini segretario regionale Lazio: «la situazione come già più volte illustrato, non è la più rosea, anzi sta diventato tragicomica, perché a queste doglianze giuste riferite a Viterbo anche altri istituti come Rieti, Velletri per citarne alcuni stanno soffrendo questo disagio e all’amministrazione penitenziaria l’unica cosa che gli viene in mente da fare e contare quante ore di lavoro straordinario, che a Viterbo si consumano, assurdo! Se manca personale in qualche modo bisogna coprire i turni, utilizzare al massimo il personale anche di altri servizi pur di garantire la vigilanza dei detenuti, in termini di colloqui, video conferenze, traduzioni, piantonamenti ecc.».

L’Unione Sindacati Polizia Penitenziaria nella regione Lazio, da tempo ha indetto lo stato di agitazione richiamando all’attenzione i problemi delle carceri laziali, del disagio che si sta vivendo, al Provveditorato e al Dipartimento amministrazione penitenziaria che non sembrano aver alcun interesse a risolvere.

«Noi riteniamo – conclude Nicastrini - che oggi il problema è al Provveditorato regionale che probabilmente non nutre interesse ad affrontare realmente i problemi esposti, rispondendo alle nostre note in modo inusuale quando lo fa o addirittura negando ogni possibilità di confronto nel merito, tranne già convocati il prossimo 13 novembre a Roma alle 16.30 per affrontare la questione degli organici del Lazio rispetto al nuovo decreto ministeriale che aumenta di circa 80 unità rispetto ad una carenza di già 900 unità in meno nella regione. Faremo sentire le nostre doglianze per quanto detto».