FIUMICINO - Un cagnolino ucciso, un altro ridotto in fin di vita. E’ il bilancio dell’aggressione di due pitbull, avvenuta nel pomeriggio di sabato su viale di Focene.

Secondo alcuni testimoni, i due pitbull sarebbero fuggiti da un’abitazione.

In un video registrato, da un passante, si nota come corrano liberi e senza collare, quest’ultimo obbligatorio per legge.

Sui social è scattata l’indignazione e la rabbia dei residenti, ma non è mancata la solidarietà verso i padroni dei cani aggrediti. La preoccupazione, infatti, è tanta perchè episodi del genere non sono nei primi negli ultimi. Più attenzione da parte dei proprietari è quello che chiedono a gran voce i residenti.

Al fine di evitare il ripetersi di questi eventi e proteggere l’incolumità delle persone e dei loro cani.

Quello avvenuto a Focene, non è l’unico caso di cronaca in cui si parla di aggressioni da parte di cani genericamente definiti “molossi” che, quando mordono, posso anche uccidere altri animali e ferire anche gravemente gli umani a causa della mole e della loro potenza del loro morso.

Un episodio analogo , infatti è accaduto nei giorni scorsi anche a Tivoli, in provincia di Roma, dove, un pitbull è riuscito a scappare dalla sua casa seminando il panico, uccidendo un gatto e mordendo dei passanti. Necessario è stato anche l’intervento delle Forze dell’Ordine, accorse sul posto al momento dell’accaduto

In seguito a questi eventi l’Organizzazione internazionale protezione degli animali (Oipa) ha chiesto al legislatore di regolamentare la detenzione di determinati tipi di cani che troppo spesso, anche per via delle mode del momento, vengono scelti anche da persone non in grado di gestirli correttamente.

Ecco, quindi i consigli dell’Oipa su come gestire un cane “pericoloso” e cosa dice la legge sulla loro gestione: innanzitutto, l’Oipa che chiarisce come anzitutto “non esista un elenco lista di cani ritenuti pericolosi“. Nel 2006 il Ministero della Salute ha emesso un’ordinanza riguardante la “tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani”, nella quale era prevista una lista di razze canine ritenute pericolose.

Successive ordinanze hanno poi abolito questo elenco a causa della relativa incertezza e della discriminazione delle razze.

«Attualmente la pericolosità di un cane viene determinata a seconda di fatti specifici – spiega l’avvocato Claudia Taccani, responsabile dell’Ufficio legale dell’Oipa -. In caso morsicatura o zuffa tra cani, infatti, il cane e il suo proprietario vengono segnalati al Servizio veterinario Asl, che tiene un registro dei cani dichiarati aggressivi, e sono obbligati a seguire un corso formativo. Il corso è organizzato dal Comune, insieme al servizio veterinario dell’Azienda sanitaria locale, avvalendosi della collaborazione degli Ordini professionali dei medici veterinari e di associazioni di protezione animale. Le spese sono sostenute dal proprietario del cane ‘impegnativo'».

In caso di pericolosità grave, scatta l’obbligo di stipulare una polizza assicurativa e l’obbligo di utilizzare il guinzaglio e la museruo
la nelle strade e nei luoghi aperti al pubblico.

Cosa fare se il nostro cane viene aggredito da un altro? «Prendere subito i dati del proprietario o detentore del cane aggressore e farsi aiutare da persone presenti che possano testimoniare quanto accaduto e identificare il responsabile, anche contattando la polizia locale – raccomanda l’avvocato Oipa -. Si tratta di un danno risarcibile perché il cane, anche se è un essere senziente, viene considerato come un “bene” facente parte del patrimonio e, inoltre, si ha il diritto di ottenere il rimborso delle spese veterinarie sostenute e delle cure necessari. È necessario quindi portare il cane dal veterinario per i controlli, provvedere alle cure e tenere tutta la relativa documentazione probatoria.

Se nella zuffa viene ferita anche una persona, si configura il reato di lesione colposa con conseguente denuncia e risarcimento del danneggiato. In caso di zuffa tra due o più quadrupedi, gli animali devono essere tenuti in osservazione per 10 giorni al fine di verificare che non sussista la possibilità dell’insorgere di patologie pericolose come la rabbia. Il controllo si verifica con vista a domicilio da parte del personale Asl, o il detentore può essere obbligato a recarsi presso il Servizio veterinario con il proprio animale».