VITERBO – La situazione del comparto corilicolo del Lazio precipita con perdite che superano il 70% del raccolto, con punte del 100% per le imprese biologiche. Coldiretti Lazio ha chiesto un confronto urgente all’assessore regionale all’Agricoltura, Giancarlo Righini.

“La situazione è drammaticaspiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri -. Abbiamo chiesto un confronto urgente all’assessore Righini per affrontare la questione. Il riconoscimento della dichiarazione di calamità prima regionale, in attesa di quella nazionale, può essere uno strumento necessario per la costruzione di un percorso che miri all’ottenimento di un fondo per riconoscere i giusti ristori ai produttori di nocciole, che per il quarto anno consecutivo sono messi a dura prova”.

Un settore strategico che, solo nella Tuscia, genera oltre 120 milioni di euro di fatturato, coinvolge 27mila ettari coltivati e produce più di 45 mila tonnellate di nocciole all’anno.

“Bene il Tavolo tecnico della Regione, l’avvio di studi e monitoraggi coordinati dall’Università della Tuscia, ma non basta più – conclude il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri - Parliamo del quarto anno consecutivo senza reddito e molte aziende sono allo stremo. Il riconoscimento della calamità naturale, con un iter già avviato a livello regionale e in attesa della validazione nazionale è uno strumento fondamentale per attivare fondi straordinari, ma i tempi tecnici e burocratici rischiano di essere troppo lunghi e non possiamo più aspettare. Il periodo di definizione del bilancio regionale potrebbe consentire un’azione rapida e concreta. Chiediamo alla Regione l’apertura immediata di misure di ristoro semplici, veloci e adeguate al danno subito, per evitare il collasso di un settore che rappresenta un pilastro economico, sociale e ambientale della Tuscia e dell’intero Lazio”.

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