n dieci anni Viterbo perde complessivamente 168 negozi tra centro (125 attività) e periferia (43). Una emorragia comune al resto d’Italia dove nello stesso periodo compreso tra il 2012 e il 2022 sono sparite complessivamente oltre 99mila attività di commercio al dettaglio e 16 mila imprese di commercio ambulante.

E’ quanto emerge dalle Analisi dell’Ufficio Studi sulla demografia d’impresa nei centri urbani di Confcommercio in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne.

Un quadro che cambia il tessuto commerciale soprattutto all’interno dei centri storici con sempre meno negozi di beni tradizionali (libri e giocattoli -31,5%, mobili e ferramenta -30,5%, abbigliamento -21,8%) e con una riduzione della densità commerciale che passa da 9 a 7,3 negozi per mille abitanti.

Colpa della doppia crisi pandemica ed energetica che sembra avere enfatizzato i trend di riduzione della densità commerciale già presenti prima di tali shock. L’entità del fenomeno non può che destare preoccupazione. I cambiamenti nelle preferenze e nelle abitudini di acquisto e consumo, le scelte commerciali e localizzative della grande distribuzione e delle superfici specializzate, lo sviluppo del commercio online e altri fattori cambiano volto all’offerta commerciale delle città. Il rischio desertificazione è reale, ma non si estende a tutti i settori.

Secondo la Confcommercio infatti, se per il dettaglio in sede fissa la variazione in Italia è di un -19,4% di numero di negozi, diversamente le attività turistiche in senso lato sono comunque crescenti, contribuendo ad una modificazione dell’offerta dei servizi nelle città: la crescita infatti sia nelle attività di alloggio che nella ristorazione testimonia una evoluzione, ovvero un riflesso dei nuovi fenomeni socio-economic

«La perdita del tessuto commerciale nelle nostre città - osserva Loredana Badini, vice presidente Confcommercio Lazio Nord - deve essere tema di riflessione per le amministrazioni e priorità assoluta di accelerazione di politiche serie che contrastino la desertificazione commerciale. Questo fenomeno non riguarda solo le nostre imprese in senso stretto, ma la nostra società, l’idea stessa di città e di crescita e benessere di un territorio. Occorre accelerare la riqualificazione urbana con il coinvolgimento delle parti sociali».

Loredana Bandini sottolinea che: «l’andamento positivo delle attività del turismo nella nostra città è il segnale e la conferma che il settore può offrire grandi opportunità e questo dato deve far riflettere le amministrazioni sulle possibili strategie da mettere in campo».