CIVITAVECCHIA – L’Unione Inquilini Civitavecchia boccia la recente decisione del Pincio di mettere in vendita 117 alloggi popolari. Anzi, la considera una “svendita” che andrebbe invece sostituita dal «recupero del patrimonio abitativo pubblico e ad un Piano casa frutto di una politica abitativa per la città programmata insieme tra Comune, Regione ed Ater con impegni ed azioni concrete per il rilancio dell’edilizia residenziale pubblica». 

Secondo Unione Inquilini l’amministrazione, così facendo, sottovaluterebbe l’aggravarsi della precarietà abitativa e il dramma di chi da anni reclama il diritto alla casa.

«Nel corso di oltre quattro anni ha consegnato appena18 alloggi mentre altre 700 famiglie attendono permanentemente in graduatoria l’assegnazione – spiegano – non esiste una politica abitativa pubblica da parte del Comune, tanto più necessaria oggi per affrontare le conseguenze della crisi sociale, lo tsunami che investe in particolare i ceti più deboli della popolazione, peggiora le condizioni di vita e crea nuova povertà coll’impennata dell’inflazione, l’aumento dei prezzi, degli affitti e dei mutui, la precarietà dell’occupazione, l’impossibilità per molti di pagare gli affitti e le rate dei mutui e la conseguente ondata di sfratti. È evidente la mancata percezione della gravità della crisi e la volontà di non intervenire, che si pone in sintonia con la guerra ai poveri del Governo Meloni, che ha azzerato i fondi contributo per gli affitti e per morosità incolpevole, gestiti dai Comuni, e da agosto anche il contributo affitto legato al Reddito di cittadinanza, privando le famiglie pure di un minimo sostegno sociale per l’abitazione».

La risposta a tutto questo per il Sindaco e gli Assessori «è un piano di vendita di 117 alloggi popolari con l’intenzione di sbarazzarsi di una gran parte del patrimonio comunale destinato ad edilizia residenziale – hanno aggiunto – provando a far cassa con la svendita di beni pubblici. Invece di aumentare le risorse per far fronte all’emergenza abitativa e alla richiesta di nuovi alloggi popolari a canone sociale, recuperando il patrimonio pubblico e privato abbandonato, la ristrutturazione, manutenzione e cura dell’edilizia residenziale esistente, l’Amministrazione comunale preferisce alienare gli immobili. Approvando e dando seguito alla delibera di Giunta di aprile scorso “Piano di alienazione alloggi ERP”, che riguarda l’intero patrimonio di case di proprietà comunale, nelle intenzioni e nei fatti il Comune rinuncia a svolgere qualsiasi ruolo di politica abitativa sociale e popolare. Scelta antisociale che si accompagna all’incertezza sulla sorte dei piani PNRR previsti per Civitavecchia, opportunità di investimento nell’edilizia popolare, in particolare la demolizione e ricostruzione delle due palazzine Ater di via XVI Settembre e l’intervento di rigenerazione urbana a San Liborio finanziabile per 15 milioni di euro, conseguentemente agli stralci di molti progetti concernenti le ristrutturazioni e riqualificazioni urbanistiche operati centralmente dal Governo prima della presentazione alla commissione europea. Insensibilità e disinteresse dell’Amministrazione, che rasenta il disprezzo per chi reclama il sacrosanto diritto alla casa e alla dignità personale, alimenta il malessere sociale e la protesta contro ingiustizia e disuguaglianza: insomma – hanno concluso - il contrario della buona amministrazione che non lascia indietro nessuno».