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CIVITAVECCHIA - "Quello che temevamo è accaduto. Martedì scorso, senza alcun preavviso, Enel e Cgil-Cisl-Uil di categoria hanno chiuso il confronto nazionale sulla nuovo assetto organizzativo della Generazione elettrica, certificando l’annunciato ridimensionamento del personale per Torrevaldaliga Nord. Il risultato è purtroppo pessimo". È quanto dichiara l'Usb. "Rimane fissato il taglio di circa il 25% dell’organico, da realizzare nel triennio 2019-2021 mediante 31 pensionamenti e 58 esuberi da ricollocare in altre società del Gruppo, con l’eliminazione nell’anno in corso di ben 4 linee di turno - hanno spiegato - a parziale consolazione solo una riduzione delle eccedenze dichiarate sempre per il 2019 (da 48 a 35) e il rimando ad una ulteriore verifica per i tagli futuri. Pienamente confermata anche l’introduzione di una polivalenza esasperata delle mansioni, sia in senso orizzontale che verticale, nonché l’obbligo alla mobilità nazionale per far fronte alle esigenze di altri impianti produttivi. Oltre alla perdita di posti di lavoro è facile immaginare le pesanti conseguenze che il nuovo assetto produrrà in termini di sicurezza, in un contesto dove la riduzione delle manutenzioni e il funzionamento a intermittenza degli impianti porrà problemi tecnici e gestionali sempre più seri. Una simile esito lascia quindi più che sconcertati, tanto più considerando la massiccia adesione allo sciopero unitario del 7 maggio e la volontà espressa dai lavoratori di intraprendere una lotta dura e decisa contro il progetto aziendale. Una volontà pubblicamente ribadita dalle stesse organizzazioni sindacali, che tuttavia, invece di portare avanti la mobilitazione e aprire un confronto locale – come avvenuto ovunque tranne che a Civitavecchia – hanno ritenuto di tornare al tavolo nazionale e di chiudere la partita. In pieno luglio e senza neppure un’assemblea".
Secondo l'Usb si tratta di una vicenda negativa, quindi, che pone peraltro due ulteriori aspetti problematici. "Sul piano sindacale più generale, innanzitutto - hanno aggiunto - laddove la chiusura del confronto per gli elettrici appare in contrasto con la lotta in corso dei metalmeccanici contro i licenziamenti, una battaglia durissima che avrebbe bisogno di essere ampliata a tutti i lavoratori coinvolti dalla fase di fine impianto. Il messaggio che arriva dagli elettrici va invece in senso contrario, a chiaro vantaggio di Enel che presa inizialmente tra due fuochi da oggi ha un problema in meno: un fatto che certo non aiuta nella costruzione di una vertenza unitaria su Torrevaldaliga Nord, volta a costruire una fattiva collaborazione tra le diverse categorie e a scongiurare ogni corporativismo. Infine, sul versante politico, occorre riconoscere come questa vicenda segni un punto negativo per l’amministrazione appena insediata. Enel taglia l’organico spingendolo ben al di sotto degli impegni convenzionali e lo fa con un approccio del tutto disinteressato alle richieste del neo Sindaco Tedesco, a cui viene recapitato un pacco bello e confezionato. Una prova di forza - hanno concluso - che dovrebbe attivare più di un allarme in una amministrazione chiamata a gestire la difficile fase di uscita dal carbone, con tutti i problemi che questa comporterà per il territorio. Confidiamo che l’esperienza induca ad una maggiore risolutezza".
Intanto va avanti la protesta dei metalmeccanici. Lunedì sono programmate altre 8 ore di sciopero con presidio fuori i cancelli di Tvn, come spiegato dalla Fiom, e per tutta la settimana saltano le prestazioni in straordinario, in reperibilità e le altre prestazioni flessibili. "Mercoledì scorso - ha infatti ricordato il segretario della Fiom Cgil Giuseppe Casafina - si è tenuto l'incontro con il sindaco di Civitavecchia, convocato per approfondire la grave crisi occupazionale dei metalmeccanici dell'indotto Tvn ed in particolare per le situazioni dei dipendenti Armeni Wpa e Mosis. Sono stati convocati anche i vertici di Enel, che però non si sono presentati. È un atteggiamento che riteniamo molto grave, oltre che poco rispettoso di tutte le parti, anche considerando che, al Tavolo generale istituzionale per il Lavoro del 28 giugno, Enel stessa aveva dato disponibilità ad esaminare e sanare tali emergenze. È esattamente il contrario di quella assunzione di responsabilità che servirebbe e da cui nessuno può pensare di chiamarsi fuori, neanche la committente. Torniamo a ribadire - ha concluso - che le condizioni delle persone che lavorano vengono prima delle ragioni di mercato, a maggior ragione trattandosi di impianti che necessitano di manutenzioni continue, e che la necessaria riconversione industriale deve prevedere il mantenimento di tutti posti di lavoro".