CIVITAVECCHIA – «Nonostante il nostro Sistema portuale sia tra i più importanti d’Italia, con lo scalo civitavecchiese inserito nella Core network della Rete TEN-T, stiamo purtroppo registrando la totale assenza della politica territoriale a supporto dello sviluppo logistico-portuale e industriale». È l’amara considerazione del presidente della Cpc Patrizio Scilipoti il quale ricorda che il porto, se non adeguatamente supportato, non può da solo attrarre ed incrementare quei traffici atti a creare le condizioni di reale sviluppo economico e sociale del territorio. «Abbiamo un retroporto che necessita di interventi di amministrazione urbanistica per potersi considerare, concretamente e strategicamente, come retroporto - ha spiegato - non ci sono attualmente le condizioni urbanistiche per attrarre nuovi insediamenti produttivi e senza di essi i traffici non aumentano. Così come non è assolutamente chiaro il dopo phase out del carbone presso la centrale Enel. Su questo aspetto si fa finta di non vedere i problemi che si verranno a creare alle imprese e alle maestranze. Con la concretizzazione di un parco eolico offshore, forse, si potrà attenuare la crisi che inevitabilmente si verrà a creare, ma ho paura che non basta. E su questo aspetto, non lo dico come polemica, l’Amministrazione comunale non ha fatto molto, anzi. Mi dispiace, inoltre, che dalla stessa Amministrazione non ci sia stato, e purtroppo non c’è tutt’ora, la ben che minima consapevolezza del danno che, potenzialmente, il porto crocieristico “privato” di Fiumicino arrecherà a Civitavecchia. Nessun atto, neanche di indirizzo è stato prodotto per tutelare il principale traffico, e forse fonte di ricchezza, del porto e della città vale a dire quello del crocierismo e registriamo, purtroppo, anche la totale assenza di una politica turistica locale che sappia valorizzare questo traffico. L’unica cosa a cui assistiamo è la gara tra chi si intesta la “medaglia” del merito per il completamento della Civitavecchia-Orte, tra l’altro commissariata». Scilipoti richiama quindi le Amministrazioni, comunale e regionale, «ad iniziare a lavorare concretamente per una vera politica logistica, industriale e territoriale».

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