CIVITAVECCHIA – Che ci sia un’unità tutta da costruire, all’interno del Pd, anche e soprattutto in vista del congresso di fine novembre, sembra ormai chiara. Ed il segretario Enrico Luciani non perde occasione per ribadire la contrarietà all’affidamento da 150mila euro da parte dell’amministrazione guidata dal sindaco Marco Piendibene, goccia che ha fatto traboccare il vaso. 

«Dopo la levata di scudi di 21 membri del direttivo del Pd, molti dei quali oggi siedono in ruoli di rilievo nella maggioranza consiliare dell’amministrazione Piendibene, e in quanto Segretario del partito stesso, non posso fare a meno di riflettere sul senso di coerenza e memoria politica. Oste, come è il vino? Buono! È difficile nascondere ciò che si era un tempo». Luciani ricorda infatti come alcuni dei firmatari di quella lettera, che oggi invocano “di non politicizzare l’attività amministrativa”, erano esattamente gli stessi che dieci anni fa «firmavano un’interpellanza durissima contro il bando per l’individuazione dell’advisor durante la sindacatura M5S di Cozzolino. È lì che tutto è iniziato: un sistema opaco, poco trasparente, con il rischio di conflitti di interesse. Chi oggi difende il fondo immobiliare e il ricorso all’advisor – ha evidenziato il segretario del Pd – dieci anni fa ne chiedeva la revoca, ne denunciava l’illegittimità e ne contestava la logica. Stranamente, la cifra contestata allora – circa 150mila euro – è identica a quella dell’incarico odierno affidato all’architetto Giustini. Se dieci anni fa era ritenuta irregolare e pericolosa per il buon governo, non si comprende come oggi gli stessi nomi possano avallarne l’uso, trasformandolo in uno strumento politico e amministrativo senza trasparenza e senza regole certe».

E Luciani torna quindi a chiedere, con fermezza e convinzione, la revoca dell’incarico. «Non si tratta di polemica politica sterile, ma di difendere i principi di trasparenza, legalità e correttezza. La città merita atti pubblici chiari, procedure definite e rispetto assoluto della legge – ha aggiunto –questo incarico, così come è stato affidato, rappresenta un vulnus grave ai principi di buona amministrazione, ignorando completamente le regole di gara, i criteri di trasparenza e il diritto dei cittadini a conoscere come vengono gestite le risorse pubbliche. Noi della componente di sinistra del Pd – ha concluso il segretario - continueremo a difendere la coerenza, la memoria politica e l’interesse collettivo. Non possiamo accettare che si trasformi l’eredità di scelte contestate in un abuso mascherato da normale amministrazione».