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Foto LaPresse
ROMA – Una Giorgia Meloni commossa quella che ha presenziato ai funerali del senatore di Fratelli d'Italia, Andrea Augello, alla Basilica di Santa Maria in Ara Coeli a Roma. Tra le tantissime persone presenti anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, il neo presidente del Cnel Renato Brunetta, oltre a diversi membri del governo e parlamentari della maggioranza.
LA PREMIER: «GLI VOLEVO BENE». «Non è una cosa facile quella che Andrea ha voluto facessi questa mattina, non solo perché io gli volevo sinceramente bene ma anche perché è difficile parlare al funerale di un uomo che avrebbe detestato essere compatito. E io credo che questa sia anche la cosa che più di tutte ha sofferto del male che ce lo ha portato via. Per le persone che amava sapeva di essere un punto di riferimento insostituibile. Non sopportava, man mano che la malattia prendeva il sopravvento, di non poter combattere in prima linea come aveva sempre fatto. Andrea era un uomo coraggioso, capace, spavaldo. Non era una buona notizia ritrovarselo come avversario perché sapeva essere implacabile. Era capace anche di una umanità straordinaria e di una ironia incredibile, sapeva ridere di tutto Andrea e sapeva far ridere di tutto», ha detto Meloni.
«Io ricordo quando mi disse del suo male – ha raccontato Meloni commuovendosi – mi aveva chiesto un appuntamento urgente, gli dico ‘dimmi Andrea, ho 20 minuti’. Lui mi guarda e senza muovere un muscolo mi dice “sto morendo”. Io non riesco a dire niente e allora lui mi guarda e fa ‘non fare così Giorgia, pensa a me che devo dirti che sto per morire in 20 minuti’. Andrea era così. È stata questa sua sicurezza così evidente, così ferma a farne il punto di riferimento che era e che sarà sempre per tantissima gente. Sapevi che potevi contare su di lui, e tutti ci abbiamo potuto contare fino alle fine – ha continuato Meloni - Io, che conservo ancora messaggi di qualche giorno fa pieni di idee, valutazioni, consigli. La sua comunità, di cui fino all’ultimo istante si è occupato. La sua famiglia e soprattutto le sue figlie, la cosa che in assoluto amava di più. E poi Roma, da sempre il suo principale campo di gioco, e l’Italia, che con tanti altri che purtroppo non ci sono più ha potuto contare su una classe dirigente fatta di uomini e donne determinati, appassionati, coraggiosi, colti. Per rispetto all’uomo che era non dirò cose patetiche, perché lui non lo avrebbe sopportato. Dirò che saremo degni dei sacrifici che quella generazione ha fatto per consentirci di vivere questo tempo, delle aspettative che aveva, dei progetti che non ha potuto realizzare e che forse ora sono alla nostra portata, dei sogni apparentemente infranti e di quelli taciuti. Ci saremo come ci sei stato tu Andrea, per noi», ha concluso Meloni.
LA MOGLIE ROBERTA ANGELILLI: «SE OGGI FOSSE QUI SAREBBE FELICE». «Voglio ringraziarvi per la straordinaria partecipazione, per l’affetto, la commozione, l’amore e la vicinanza di oggi e di questi giorni. Andrea era un uomo sobrio e essenziale, non amava la retorica, le ritualità, però oggi sono sicura che se fosse qui sarebbe, anzi lui oggi è felice». Così Roberta Angelilli, vicepresidente della Regione Lazio, ringrazia i presenti al funerale del marito Andrea Augello. Nel ricordarlo, Angelilli usa 3 parole «che Andrea, un paio di mesi fa, prima di un’importante manifestazione politica, mi disse di usare per un intervento pubblico: forza, coraggio e onore. Forza, dunque. Perché per fare grandi cose bisogna avere forza, forza delle idee e dei valori, forza delle grandi visioni. Il coraggio di gettare sempre il cuore oltre all’ostacolo, di chi ci crede sempre e comunque, ci mette sempre fede e determinazione. E poi onore, che è sincerità e integrità, lealtà e rispetto. Queste tre parole io oggi ve le consegno. Andrea è stato un grande uomo, un combattente, e in questi quasi due anni di malattia è stato un esempio. Andrea rimarrà per sempre».
IL RICORDO DI BETTINI AI FUNERALI: «INCROCIATO SPADE E CUORI». Ed è stato anche un avversario politico a ricordare il senatore di Fdi Andrea Augello. A parlare, oltre al premier Meloni e alla moglie, Angelilli, è stato anche lo storico dirigente del Pd, Goffredo Bettini che ha ricordato Augello come «un dirigente forte, che ha sempre lottato per le sue idee», con il quale «abbiamo incrociato spade e cuori. Ora, riposte le spade, è rimasto solo il mio affetto vivo e la mancanza di un’amicizia autentica».
«Siamo stati avversari e amici», nel segno di una «lealtà che non è mai venuta meno».
«Ci siamo misurati, in lui mai è venuta meno la voglia di vincere. Io ero a sud, lui a est», ma tra i due, racconta Bettini, c’era «un patto di lealtà che mai è venuto meno». «Con Andrea abbiamo condiviso tutto, politica famiglia, figli, abbiamo parlato tanto di filosofia e poesia. L’ultima volta mi ha parlato della sua malattia, come di un segreto, ma con un distacco quasi disincantato». È andato avanti senza mai rinunciare al «fare, che è onorare la vita mentre essa scorre». Nonostante l’incedere del male «Giorgia Meloni lo ha voluto al Senato, segno di sensibilità ma anche di stima».
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