Roma, 22 set. - (Adnkronos) - Per la prima volta lItalia è protagonista sui temi dei diritti con una conferenza internazionale dei difensori civici. Lobiettivo è quello di porre lattenzione, accendere una luce, su un ruolo poco conosciuto nel panorama italiano a differenza di quello internazionale. Scontiamo il fatto che manca una legislazione nazionale che abbia istituito negli anni la figura del difensore civico. Negli altri Paesi del mondo è di nomina parlamentare, noi invece siamo su nomina regionale, immaginando con ciò tutti i limiti del caso. A dirlo allAdnkronos Marino Fardelli, presidente del Coordinamento nazionale dei Difensori civici italiani e difensore civico del Lazio, a margine della seconda giornata della Conferenza dei Difensori civici mondiali, a Roma, per promuovere la collaborazione internazionale e lo scambio di buone pratiche, al fine di tutelare i diritti dei cittadini e garantire una governance trasparente ed equa. Ascoltando anche lintervento del vicepresidente della Camera Giorgio Mulè, pare ci sia la volontà di porre rimedio, quanto prima, a questa mancanza tutta italiana - sottolinea Fardelli - Lobiettivo sarebbe anche quello di ribadire con forza un sistema identitario: nasce infatti in Italia la prima figura equiparabile allodierno difensore civico, ovvero il tribuno della plebe nellantica Roma che aiutava il cittadino contro i soprusi, le ingiustizie dellaristocrazia. Non solo pubblica amministrazione, secondo Fardelli, bisognerebbe comunque amplificare i compiti del difensore civico italiano sul modello di quello internazionale, a cominciare dai diritti umani. Abbiamo finalmente portato allattenzione i grandi temi che oggi sono stati dibattuti: al centro il cittadino come persona che merita una giusta risposta sul tema della giustizia, sotto ogni punto di vista. Quello stesso cittadino che deve riappropriarsi in taluni casi della dignità spesso smarrita. Ecco il difensore civico serve proprio a questo, a ridare dignità al cittadino, conclude Fardelli.