Roma, 11 giu (Adnkronos) - "Sulla grave situazione delle carceri italiane il governo continua a fare da notaio prendendo atto della realtà, condividendo peraltro le tante criticità che a più riprese abbiamo evidenziato in Parlamento. E marginale farci dare ragione dal Governo se poi non si assumono le conseguenti iniziative volte a dare soluzione alle problematiche in corso. Per questo non siamo soddisfatti delle risposte alle nostre interrogazioni. Lo ha detto il deputato Pd Stefano Vaccari, segretario di presidenza della Camera, in risposta al viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, che era intervenuto in Aula su due interrogazioni a prima firma Vaccari ed Anna Ascani, vice presidente della Camera. Lo scorso 22 aprile come gruppo Pd -dichiarano Ascani e Stefano Vaccari- abbiamo visitato oltre 30 istituti penitenziari e abbiamo riscontrato gravi carenze per molti versi drammatiche. La fotografia che emerge è quella di luoghi in cui le persone sono ammassate oltre ai limiti per i quali siamo stati condannati in sede europea. Da ciò ne consegue limpossibilità di svolgere attività tese al reinserimento sociale del detenuto". "Nelle carceri non si può studiare, non si può lavorare, non cè una sufficiente copertura sanitaria, le infrastrutture sono fatiscenti e cè carenza di personale. Aumentano i suicidi e il numero dei morti in carcere per cause diverse dal suicidio, che pure sono un fatto rilevante. In questo scenario inumano e degradante lItalia si segnala per un altro aspetto di inciviltà: la reclusione di bambini e bambine allinterno delle carceri insieme alle loro mamme detenute", aggiungono. (Adnkronos) - "Di fronte a tutto questo cosa fa il governo? Aumenta pene e introduce nuovi reati su fattispecie che potrebbero essere diversamente trattate anziché operare sulle problematiche. Gli istituti penitenziari - concludono Ascani e Vaccari - non sono terra di nessuno ma luoghi dove tendere alla rieducazione del condannato, come recita la Costituzione. E su questo il governo continua a svicolare, irresponsabilmente.