«Noi abbiamo un sogno, che è quello di Elvia Viglino, pioniera indiscussa e indimenticabile dell’animalismo viterbese, ovvero realizzare il parco canile e faremo tutto il possibile perché esso diventi realtà». Così Antonella Bruni che in una lunga lettera spiega che cos’è il parco canile e perché è possibile realizzarlo. «Il parco canile è un progetto di sano animalismo che cerca di porre in equilibrio positivo il benessere animale con i criteri di buona amministrazione» dice Antonella Bruni che ricorda anche che molti animalisti «sono o sono stati amministratori pubblici, in grado di leggere un bilancio, coniugarlo con i desideri dei cittadini e parametrarlo correttamente con le doverose promesse elettorali, che in realtà si chiamano programmi».

E poi ricorda il fenomeno del randagismo esploso negli ultimi vent’anni, «portando il numero dei cani ristretti nei canili di una città come Viterbo (ma molte altre sono nelle stesse condizioni) da qualche centinaio a qualche migliaio di presenze. Considerato il costo unitario di mantenimento, tale situazione ha provocato un esborso di denaro che presto sarà insostenibile. Certamente, creando il problema, qualcuno ne avrà beneficiato, ma la sostanza è che i canili sono perlopiù luoghi molto lontani dal soddisfare i criteri di benessere animale».

Antonella Bruni ricorda che Le premesse per realizzare il parco canile, che in sostanza è un canile nel quale il benessere animale è al primo posto e il favorire le adozioni subito dopo, a Viterbo fu impostato dall’ultima amministrazione Marini e poi si è perso nel nulla d’infiniti bla bla bla, ma altrove realizzato, con soddisfazione unanime di quadrupedi e bipedi». E cita il parco canile realizzato a Narni, in provincia di Terni, dove è stato realizzato senza tanto clamore «ma con condivisa soddisfazione, un parco canile vero e proprio che ha consentito una contrazione rilevante di spesa pubblica non ha discapito dei cani. Il canile funziona così talmente bene i carabinieri del Nas, andati sul posto per effettuare una doverosa ispezione, non solo non ha trovato illeciti contravvenzionabili, ma un rispetto delle norme sostanziali di gestione animale da proporle come esempio, invitando a diffonderle».

Da qui l’invito ai «nostri spesso distratti amministratori pubblici a uscire dai palazzi e dai social per immergersi in una realtà finalmente né onirica, né virtuale, dandosi una mossa e portando a compimento un progetto che è nell’interesse generale, anche di loro stessi quando, finalmente torneranno ad essere semplici amministrati. Nulla di troppo difficile, solo buona amministrazione e sensibilità umana, speriamo ne siano capaci e a titolo d’esortazione etica, rammento loro - conclude Antonella Bruni - che il livello di una civiltà umana si misura anche con il rapporto che essa ha con gli animali».