CIVITAVECCHIA – Cortocircuito. Questa è la parola che più di tutte ha risuonato ieri pomeriggio al mercato, tra le divise impegnate a spegnere il rogo che ha coinvolto la casetta di legno di un commerciante e quelle schierate per mettere in sicurezza l’area e tenere lontani i curiosi.

Un grande cortocircuito, di quelli che vengono presi in considerazione ogni volta che si sviluppa un rogo le cui origini non sono più classificabili, magari perché il fuoco ha inglobato anche l’innesco o semplicemente perché all’interno della struttura distrutta dalle fiamme c’è roba elettrica.

Incendio casetta di legno - Sopralluogo del sindaco Tedesco

Cortocircuito, come i dubbi e le mancate conferme che ruotano intorno alla telefonata arrivata ai Carabinieri, nella quale una ragazza avrebbe comunicato in diretta la presenza sul posto di un ragazzo con un cappuccio che si sarebbe allontanato repentinamente, forse dopo aver gettato qualcosa all’indirizzo della casetta andata a fuoco. Nessuna conferma.

Eppure i Vigili del fuoco hanno dovuto lavorare per ore per mettere in sicurezza l’area e impedire che il rogo raggiungesse anche le casette limitrofe, assegnate agli altri commercianti del mercato.

Tutto è accaduto intorno alle 18,30: piazza XXIV Maggio sembra il set di un film, tra fiamme alte, gente accalcata, sirene e auto danneggiate. Sul posto arrivano tutti, la Polizia, la Guardia di finanza, i Vigili del fuoco, la Polizia locale. Poi i Carabinieri: saranno loro a prendere in carico l’inchiesta e a rivolgere le prime domande al proprietario del chiosco, Pino Sammarco, presente sul posto in compagnia di altri due uomini scuri in volto, visibilmente toccati dall’accaduto.

Incendio casetta di legno - Sopralluogo del sindaco Tedesco

«E pensare che oggi sono passato da qui quattro volte - ha commentato - non ho notato alcuna anomalia».

Ma il cortocircuito non lascia scampo: quando la miccia si innesca e abbraccia un pezzo di legno, il resto diventa materiale fotografico per le cronache, materia di inchiesta giudiziaria, argomento da dibattere l’indomani mattina al bar davanti a un caffè.

Tra i tanti presenti anche il sindaco Ernesto Tedesco, accompagnato dall’assessore al Commercio Dimitri Vitali, a tentare un contraltare rispetto al cortociruito che si è creato ormai da troppi anni tra i commercianti del mercato e la politica locale, prescindendo da battibecchi e riappacificazioni. Tante chiacchiere e nulla di più.

Che all’interno della casetta che ha preso fuoco ci fossero dei frigoriferi è innegabile, come è innegabile che in passato tante altre storie di roghi per i quali non è stato possibile trovare un’origine certa siano state archiviate come “cortocircuito”.

Ma le inchieste sono fatte per essere portate avanti e sicuramente i Carabinieri saranno in grado di scavare e andare fino in fondo, di cercare quello che non c’è, di appurare se davvero tra gli operatori del settore regna una pace degna di un’isola felice, oppure se c’è stato un cortocircuito capace anche di incenerire il più solido dei rapporti di amicizia e collaborazione.

Cortocircuito e sto. Almeno per ora, in attesa che gli inquirenti lo mettano nero su bianco e lo comunichino al magistrato che sicuramente avrà già sentito parlare di storie simili a Civitavecchia, di mezzi andati a fuoco per un cortocircuito e di mancanza di telecamere o di testimoni.

Una ragazza ha telefonato ai Carabinieri, affermando di aver visto un uomo, con la testa coperta da un cappuccio, allontanarsi velocemente dal box nel momento in cui sono divampate le fiamme. A quanto pare la giovane, non di Civitavecchia, quando è stata sentita dai militari sarebbe però caduta in diverse contraddizioni. La sua versione dunque è tutta da verificare.

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