Gli occhi dei cittadini su quattro zone calde della città per osservare e segnalare eventuali situazioni anomale e disincentivare fatti di microcriminalità. Con questo intento ieri mattina presso il palazzo del Governo è stato siglato il protocollo d’intesa tra la sindaca di Viterbo, Chiara Frontini, e il prefetto Antonio Cananà alla presenza del questore e dei comandanti provinciali dei carabinieri e della guardia di finanza. I controlli civici non sostituiranno l’attività delle forze dell’ordine né saranno assimilabili alle ronde.

«Il controllo di vicinato - ha spiegato il prefetto Cananà - vuole essere un ulteriore strumento di prevenzione dei fenomeni di criminalità predatoria e diffusa che maggiormente alimentano la percezione di insicurezza della comunità. Se il meccanismo del controllo di vicinato funzionerà, agli occhi degli operatori di polizia e agli occhi “virtuali” dei sistemi di videosorveglianza, si aggiungeranno, nel controllo del territorio, gli occhi dei cittadini. Tengo a sottolineare – ha proseguito il prefetto – che in nessun caso le attività di osservazione e segnalazione proprie del controllo di vicinato potranno tradursi in pattugliamenti, ronde, indagini, schedature o attività simili».Inizialmente il controllo di vicinato interesserà quattro zone cittadine ben precise: viale Trento e vie limitrofe; il Sacrario (via Cesare Dobici, Piazza dei Caduti, via Emilio Bianchi) e l’intero quartiere di San Faustino, inteso come area compresa tra Piazza Martiri d’Ungheria, Piazza della Rocca, Via Marconi, Via del Pilastro; via dell’Orologio Vecchio e vie limitrofe; Bagnaia, piazza Don Egisto Fatiganti, Valle Pierina e scalette di accesso a piazza XX Settembre. In ognuna di queste zone sarà possibile costituire un gruppo di vicinato, cioè un gruppo di cittadini che, attraverso un coordinatore individuato dall’amministrazione comunale, potrà interloquire con le forze di polizia attraverso modalità dedicate e fornire loro ogni informazione ritenuta utile riguardo a fatti e circostanze “anomali” che accadono nella zona di residenza.

«L’auspicio è - ha concluso il prefetto Antonio Cananà - che anche altri comuni della provincia vogliano applicare al loro territorio questo importante progetto di sicurezza partecipata»