CIVITAVECCHIA – Torna la preoccupazione tra i lavoratori della società Minosse. La data fissata per il phase out dal carbone di Torre nord si avvicina ma non si hanno certezze per il futuro lavorativo di chi, già nel 2019, con il declino produttivo dell’impianto Enel, si trovò improvvisamente di fronte alla cassa integrazione e alla prospettiva di conseguenti licenziamenti, salvato paradossalmente dalla crisi del gas, che fece tornare fondamentale la produzione da carbone. 

Minosse, come ricordano gli stessi lavoratori, è una azienda mono committente, legata a doppio filo al destino della centrale Enel. Inoltre si tratta di lavoratori altamente qualificati, «con una professionalità – spiegano – fin troppo elevata, connessa alla conduzione dei grandi scaricatori del carbone e quindi tanto specialistica quanto di scarsa spendibilità nel mercato del lavoro». E quindi la scadenza del 2025 rischia di assomigliare ad una brutta sentenza per la società, con i lavoratori che hanno scritto una lettera aperta indirizzata ai candidati sindaco. 

«L’impianto è nuovamente fermo, tra poco chiuderà del tutto e dei piani Enel per uno sviluppo della logistica, in cui avremmo dovuto essere reimpiegati, non abbiamo più saputo nulla – spiegano – una triste e amara evidenza con cui siamo costretti a misurarci, sapendo che la dismissione a breve non sarà più solo una parola. Nel frattempo continuano a susseguirsi incontri su incontri tra le parti interessate, e tuttavia non si sa ancora quale sarà la nostra sorte. Le organizzazioni sindacali continuano a chiedere un impegno del Governo e della stessa Enel per l’attivazione di nuovi investimenti, possibilmente focalizzati sulla transizione energetica e la portualità, ma il tempo passa e nulla di concreto si profila all’orizzonte».

E si chiedono quindi come si possa andare a votare serenamente, con una situazione del genere sulle spalle. 

«I lavoratori Minosse, come tutti gli altri, sono persone comuni – ricordano – perlopiù con mogli e figli, che aspirano ad un lavoro stabile e dignitoso, quale elemento fondante di cittadinanza e di libera appartenenza ad una comunità politica e sociale. Come del resto prevede la nostra Costituzione». E promettono di volersi certo arrendere alla sfiducia. «Vogliamo anzi seguitare a combattere – hanno aggiunto – conquistandoci quanto riteniamo di meritare; ma per farlo abbiamo bisogno di amministratori onesti e dalla schiena dritta, che abbiano a cuore il territorio e si battano per assicurare un posto di lavoro a tutto il personale dell’indotto che per anni ha contribuito al funzionamento della centrale di Tvn. Perché i lavoratori vanno rispettati, perché la transizione energetica non può essere scaricata sui più deboli e infine perché la lotta ai cambiamenti climatici, quanto più necessaria, deve andare di pari passo con quella per la giustizia sociale. Confidiamo – hanno concluso – che i candidati sindaco della nostra amata città mantengano bene a mente questi fondamentali principi e sappiano trasformarli in concrete opzioni di sviluppo. Rifuggendo se possibile da ulteriori e futili promesse di cui davvero non ne abbiamo bisogno».