Sono stati consegnati i premi Research to Care – Oncology Edition, promosso dalla divisione Specialty Care di Sanofi e dedicato quest’anno al tumore al polmone non a piccole cellule (NSCLC), che ha messo a disposizione un primo premio dal valore di 100.000 euro e due menzioni speciali da 10.000 euro ciascuna. Il bando – aperto a novembre 2022 – era rivolto a Università, Ospedali, IRCCS, o altri enti di ricerca, pubblici o privati, con sede nel territorio italiano. Research to Care è nato con lo scopo di valorizzare la ricerca e l’innovazione italiane in oncologia, con un focus in particolare sulla ricerca preclinica, con riferimento all’identificazione di fattori predittivi e nuovi target o biomarcatori, la ricerca traslazionale su meccanismi di resistenza all’immunoterapia e di ottimizzazione delle sequenze di trattamento, e l’innovazione digitale a supporto della gestione del paziente con tumore al polmone.

“In oltre 50 anni di storia, la nostra ricerca ci ha permesso di raggiungere importanti traguardi con scoperte scientifiche al servizio dei pazienti – afferma Marcello Cattani, presidente e Ad Sanofi Italia -. Un impegno che non si ferma e che – nel campo dell’oncologia – ci vede impegnati per lo sviluppo di nuove generazioni di terapie antitumorali. Quella contro i tumori è una lotta che non si può affrontare da soli: è per questo che siamo davvero orgogliosi di poter supportare e promuovere progetti di ricerca indipendente dall’alto valore innovativo che potranno a lungo termine contribuire a migliorare significativamente la condizione e la qualità di vita dei pazienti con tumore al polmone”.

I progetti sono stati selezionati da una Giuria indipendente di esperti presieduta da Silvia Novello, Professore Ordinario di Oncologia Medica dell’Università degli Studi di Torino, Responsabile del Reparto di Oncologia Polmonare presso AOU San Luigi Gonzaga di Orbassano (TO) e Presidente dell’Associazione WALCE (Women Against Lung Cancer in Europe) Onlus.

La Giuria ha potuto contare su quattro esperti riconosciuti a livello nazionale e internazionale per la loro competenza come Umberto Malapelle, Chief Supervisor del Laboratorio di Patologia Molecolare Predittiva del Dipartimento di Sanità Pubblica, Università degli Studi di Napoli Federico II; Romano Danesi, Professore Ordinario di Farmacologia all’Università di Pisa, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Farmacologia clinica e Farmacogenetica e del Dipartimento ad Attività Integrata di Medicina di Laboratorio presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana; Armando Santoro, Direttore Humanitas Cancer Center, Istituto Clinico Humanitas-IRCCS, Humanitas University Rozzano (MI); Michele Maio, Professore ordinario di Oncologia Medica dell’Università di Siena e Direttore del CIO dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese.

“Con 43mila diagnosi solo in Italia nel 2022, il tumore al polmone è ancora oggi una delle neoplasie più diffuse, la seconda più frequente negli uomini dopo il tumore alla prostata e la terza più comune nelle donne dopo il tumore al seno e al colon-retto – sottolinea Silvia Novello, presidente Giuria del Premio Research to Care – Oncology edition -. Proseguire il lavoro di ricerca è fondamentale. Il numero e il livello dei progetti di ricerca che abbiamo avuto l’opportunità di vagliare, i progetti premiati oggi sono l’ennesima dimostrazione delle competenze dei ricercatori del nostro Paese. L’approccio, le tecnologie e le competenze messe in atto ci permettono anche di mappare le direzioni che la ricerca sta intraprendendo. In Italia, come nel resto del mondo, la ricerca indipendente è una fucina di idee innovative che può trovare solo vantaggio nel supporto da parte delle aziende”.

Il progetto vincitore di Research to Care, che si aggiudica il premio da 100.000 euro, è “Dissecting the Impact of Orphan Genomic Alterations (OGAs) in advanced Non-Small Cell Lung Cancer (NSCLC)”, proposto dalla dottoressa Giulia Mazzaschi, Università degli Studi di Parma – Dipartimento di Medicina e Chirurgia.

L’identificazione e la caratterizzazione di Orphan Genomic Alterations (OGA) e il tentativo di bersagliarle rappresentano una priorità assoluta nella cura del tumore polmonare non a piccole cellule. L’obiettivo di questo progetto di ricerca traslazionale è decifrare l’interazione reciproca tra il tumore e l’ospite per implementare le attuali conoscenze sul NSCLC con OGA, al fine di favorire lo sviluppo di strategie terapeutiche personalizzate. Inoltre, mediante modelli preclinici, lo studio si propone di definire trattamenti innovativi e mirati applicando un approccio di screening farmacologico ad elevato rendimento.

La Giuria ha anche assegnato due menzioni speciali, che si aggiudicano un riconoscimento di 10.000 euro l’una. Tra questi, il progetto di trasformazione digitale del Dott. Damiano Caruso, del Dipartimento di Scienze Medico-Chirurgiche e Medicina Traslazionale dell’Università di Roma “La Sapienza”, dal titolo “AIRSPACE – Artificial Intelligence RadiogenomicS for Precision CAre of Lung CancEr”.

Questo lavoro ha l’obiettivo di sviluppare un modello di intelligenza artificiale basato sulla signature radiogenomica del carcinoma polmonare attraverso un approccio che combina l’estrazione di parametri quantitativi radiomici da immagini di tomografia computerizzata (TC) del carcinoma polmonare con dati clinici, patologici e genomici. Questo consentirà una maggiore precisione ed una comprensione di aggressività, prognosi e sopravvivenza del tumore, incidendo in ultima analisi sulle strategie terapeutiche.

La seconda menzione speciale è stata invece assegnata alla professoressa Chiara Nardon, Università degli Studi di Verona – Dipartimento Biotecnologie con il progetto di ricerca preclinica “Turning inorganic pathophysiology into an ally: new anti-stromal and anti-cellular strategies for the treatment of Non-Small Cell Lung Cancer (NSCLC)”. Il progetto NASCENT mira a sviluppare una nuova classe di terapie – promettenti per il trattamento del NSCLC – in grado di colpire sia il cosiddetto microambiente tumorale sia le cellule tumorali. Per farlo sfrutta il ruolo chiave del pH nel distretto canceroso e quello dei metalli endogeni ferro e rame.

Il disegno della futura terapia prevede un rilascio selettivo delle nuove molecole, capaci di innescare la morte della cellula tumorale mediante due meccanismi, scoperti recentemente, denominati cuproptosi e ferroptosi. Il progetto mette così in luce la rilevanza clinica della chimica bio-inorganica con particolare attenzione al valore di pH (acido) dello stroma, che contribuisce a determinare la resistenza agli attuali farmaci e la progressione della neoplasia.